Trump contro i manager: guadagnano una fortuna e non pagano le tasse
Donald Trump entra nel merito del dibattito elettorale e della propaganda che precede le consultazioni abbinando al j’accuse contro i facoltosi imprenditori la promessa di un impegno serrato mirato a costringerli a pagare più tasse. Del resto, la presa che il candidato per la nomination repubblicana Donald Trump esercita su parte dell’opinione pubblica americana si deve anche al suo approccio poco ortodosso che supera gli schieramenti ideologici.
Trump, il j’accuse contro i manager
Ne è un esempio l’ultimo attacco del miliardario americano scupolosamente riportato dal Financial Times, riservato ai manager di hedge fund e private equity. Un affondo polemico che al j’accuse ha abbinato la promessa di un fattivo impegno garantito da Donald Trump affinché questi facoltosi imprenditori paghino più tasse. «Sono energici. Sono molto svegli. Ma molti di loro sono passacarte. Non sono loro ad aver costruito questo Paese», ha tuonato polemicamente Trump, aggiungendo a stretto giro come questi manager finiti nel suo mirino «guadagnino fortune e non paghino tasse. È ridicolo». Un’accusa ferma e decisa, evocata da lontano di recente anche dal presidente Barack Obama che, in un passaggio di un suo discorso sulla necessità di una riforma su questo fronte in materia fiscale, ha esortato all’equità contributiva. Esattamente come la candidata per la nomination democratica Hillary Clinton non ha mancato di cavalcare l’argomento squisitamente elettorale e prodigiosamente propagandistico, additando come un errore il fatto che i privilegiati manager di hedge fund «paghino meno tasse degli infermieri». Cosa non si direbbe in campagna elettorale…