Aborto, sul web centinaia di siti mettono in vendita il kit fai da te
Costa meno di 180 euro, e ti arriva entro cinque giorni lavorativi, in un plico anonimo: ecco il nuovo business online del kit per l’aborto. Facile da acquistare e con la garanzia di rispettare la privacy: molte donne sono attratte da una prospettiva simile mettendo a rischio la propria salute e aggirando così la legge 194. Lo scrive L’Espresso in edicola questa settimana, sottolineando che “la prima a lanciare l’allarme sul fenomeno è stata la Procura di Genova. Che nel 2013 ha avviato tre inchieste parallele e che cinque mesi fa ha arricchito i propri fascicoli con la testimonianza di Francesca, nome di fantasia di una studentessa di 17 anni, ricoverata all’ospedale San Martino per via di alcuni anomali e prolungati sanguinamenti. La liceale ha raccontato ai medici che era colpa delle mestruazioni, particolarmente dolorose e abbondanti. Davanti a un’ecografia, però, la verità è venuta a galla: ingoiando nove compresse di Cytotec in 24 ore il suo utero si era contratto fino a collassare in una lenta emorragia interna. I medici le hanno salvato la vita per un soffio”.
Aborto fai da te con il Cytotec
Il Cytotec è un farmaco anti-ulcera che, se il dosaggio è eccessivo, provoca l’espulsione del feto. Indagini analoghe a quelle avviate dalla Procura di Genova sono registrare anche a Torino e Pescara. Siamo dunque di fronte a una versione aggiornata delle vecchie “mammane” e a un fiorente mercato su internet cui ricorrono straniere ma anche italiane. I siti che propongono medicinali per l’interruzione di gravidanza con automedicazione delle donne sono ormai centinaia e allo stato manca ancora una campagna di sensibilizzazione delle donne, inconsapevoli dei pericoli cui vanno incontro. L’Espresso rileva infatti che “sul web è disponibile anche il Mifepristone, un principio attivo che contrasta l’ormone della gravidanza. Quella che viene comunemente chiamata pillola abortiva, la RU486. Che in questo caso viene comodamente acquistata con un click senza passare per consultori, ginecologi, eventuali obiettori di coscienza e quindi assunta senza assistenza medica”.