Immigrazione, Alfano contro Salvini: «Un razzista che specula sui morti»
«Il Cara di Mineo adesso è in una situazione molto diversa da prima. Ricordo che lo ha aperto la Lega Nord, noi valuteremo tutto quello che c’è da fare per ricondurre il tutto a una sana gestione e abbiamo già fatto i primi passi». Così il ministro degli Interni, Angelino Alfano, rispondendo ai cronisti a margine della cerimonia per l’anniversario dell’attentato in cui morirono a Palermo il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo. Alfano non va tanto per il sottile contro il segretario del Carroccio, a proposito della visita che venerdì il leader della Lega farà al Cara di Mineo, dove sono ospitati oltre tremila migranti. «Matteo Salvini dovrebbe innanzitutto dire – attacca Alfano – che il Cara di Mineo lo ha aperto la Lega nord, questa è una verità storica. Dopo di che, noi crediamo che Salvini speculi sui morti, che Salvini sia l’espressione di una razzismo che oggi è il germe e il seme più pericoloso per tutta l’Europa».
«Il Cara di Mineo? Gli uomini di Alfano pesantemente coinvolti»
A dare indirettamente man forte a Salvini e confutare le dichiarazioni di Alfano è arrivata però in queste ora una nota dei deputati grillino: «Per diversi mesi abbiamo chiesto il commissariamento del Cara di Mineo, ma francamente vederlo attuare dal Viminale ci sembra una barzelletta: dopo il Pd romano, è come se Alfano commissariasse il suo partito in Sicilia, tra i più coinvolti nello scandalo che riguarda la più grande struttura di accoglienza d’Europa. Un tale colpo di teatro farebbe invidia persino a Pirandello, se si considera che è stato proprio il prefetto Mario Morcone, già coinvolto in Mafia Capitale, a decidere in questi giorni l’annullamento della concessione al Consorzio che gestisce la struttura». La dichiarazione dei deputati M5S della commissione di inchiesta sui Cie-Cara mette a nudo le contraddizioni del Nuovo centrodestra e del suo segretario. «Le ultime dichiarazioni ai pm di Odevaine – aggiungono i deputati di M5s – certificano come la cooperativa La Cascina finanziò la nascita di Ncd, gonfiando numeri e appalti. Si rende infine molto chiaro – proseguono i 5 Stelle – anche il ruolo che aveva il sottosegretario Giuseppe Castiglione, già indagato dalla procura di Catania per turbativa d’asta e luogotenente di Angelino Alfano in Sicilia: a Ncd procurava voti, è molto semplice».