Arriva la fusione Aci-Pra? Una pratica costerà 39 euro in meno. Forse
Un documento in meno. E un risparmio di 39 euro. L’eterno dibattito sulla fusione tra il Pra, il pubblico registro automobilistico gestito dall’Automobili club, e la banca dati della Motorizzazione poteva sembrare roba per cultori della materia. Ma gli effetti pratici si vedono dalla bozza del decreto legislativo, che dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri nei prossimi giorni, e che mette in pratica il principio fissato nella riforma della pubblica amministrazione, diventata legge ad inizio in agosto. Oggi il proprietario di un’auto ha bisogno di due documenti: il certificato di proprietà, rilasciato dal Pra, e la carta di circolazione, il famoso libretto, rilasciato dalla Motorizzazione.
Fusione ACI-PRA: ci sarà un documento in meno e un risparmio di 39 euro
Dice il decreto – allo studio dei tecnici di Palazzo Chigi, ministero della Pubblica amministrazione e ministero delle In frastnitture – che dal primo luglio 2016 di foglio ne basterà uno solo. Si chiamerà «documento unico di circolazione», e fra tariffa e bolli costerà 61 euro, contro i 100 che si devono versare adesso per certificato e libretto. Un risparmio di 39 euro per ogni immatricolazione e anche per ogni passaggio di proprietà. La cosa più complicata sarà il dietro le quinte. Per arrivare al documento unico, l’Aci dovrà trasferire alla Motorizzazione sia tutte le informazioni in suo possesso, sia quella parte dei dipendenti, circa 3 mila su 7 mila, che si occupano del Pra.
I trasferimenti saranno volontari ma i dipendenti ex Aci conserveranno lo stipendio di provenienza, in genere più alto.
È pronta la bozza del decreto legislativo – si legge su “Il Corriere della Sera” – che arriverà nei prossimi giorni al Consiglio dei ministri sulla fusione tra il Pra pubblico registro automobilistico e la banca dati Motorizzazione 3 successivi miglioramenti economici a qualunque titolo conseguiti». A gestire il documento unico, come previsto, sarà una nuova agenzia del ministero delle Infrastnitture. Per evitare il rischio di un nuovo carrozzone, una quota dei soldi incassati grazie al rilascio dei nuovi documenti sarà versata allo Stato ogni sei mesi. La percentuale, però, non è stata ancora fissata. Al momento nel testo c’è ancora una x