Elezioni greche sul filo del rasoio. E il centrodestra apre a Tsipras
Grande attesa per le elezioni anticipate greche di domenica: gli ultimissimi sondaggi appena pubblicati in Grecia vedono Syriza in lieve vantaggio su Nea Dimokratia. L’università di Salonicco per Skai tv vede Syriza al 31% contro il 28 di Nd. Gpo per Mega tv assegna al partito di Tsipras il 28,5% contro il 26% dei conservatori. Comunque la cosa certa è che la rinegoziazione del debito greco sarà tra le priorità del prossimo governo di Atene, indipendentemente da chi vincerà le elezioni: lo pensa il noto analista politico greco Ilias Nikolakopoulos, che non prevede che l’astensionismo sarà uno degli elementi di primo piano di questa consultazione. «Il primo obbligo del prossimo governo sarà obbligatoriamente l’applicazione del memorandum, dei provvedimenti votati dal Parlamento – spiega -, perché a ottobre ci sarà la verifica degli accordi, e quelle riforme devono essere fatte. Poi, a prescindere da chi sarà il vincitore, ci sarà sul tavolo il tema della rinegoziazione del debito. Perché è scritto negli stessi accordi firmati dalla Grecia e dai creditori: dopo la verifica si deve parlare di debito». Per quanto riguarda l’astensionismo, visto che molti greci vivono questa ennesima elezione con distacco e disillusione, «potrà aumentare un po’ rispetto al passato, ma i greci, come gli italiani, vanno sempre a votare in grandi numeri. Non penso che il partito del non voto sarà protagonista, e tanto meno il vincitore. Oltretutto, molti che dicono che non voteranno decideranno in realtà all’ultimo: le ricerche sostengono che la decisione all’ultimo minuto riguarda il 12% degli elettori». Nikolakopoulos prevede che le urne confermeranno la vittoria di Syriza, indicata da tutti i sondaggi diffusi prima del silenzio elettorale. «Ma è chiaro che il prossimo governo sarà una coalizione, anche se dovesse vincere Nea Dimokratia. Non ci sono i numeri che permettano a un partito di governare da solo».
Dieci milioni alle urne per le elezioni greche
E in questo senso c’è un appello del centrodestra: «Sono pronto a formare un governo di unità nazionale con tutti i partiti pro-europei. Questo significa con tutti i partiti che si sono impegnati a mantenere la Grecia nell’euro. Sono anche disposto a cooperare con Syriza. Il mio atteggiamento è inclusivo». Alla vigilia del voto in Grecia, Vangelis Meimarakis, leader di Nea Demokratia, intervistato dal Corriere della Sera conferma la disponibilità a guidare un governo di unità nazionale: «La Grecia ha davanti a sé una strada molto difficile. Per il bene superiore del Paese, la situazione richiede di mettere l’interesse nazionale sopra l’interesse immediato di partito. L’incoscienza di Tsipras e di Syriza hanno portato la Grecia al limite estremo del collasso – aggiunge – Da quando hanno assunto il potere, Tsipras e Syriza hanno prodotto solo caos nell’economia e divisioni sociali. Tsipras ha sprecato tempo prezioso e ha fatto perdere alla Grecia miliardi di euro». «La popolazione greca – dice il leader conservatore – è semplicemente esausta da mesi e anni di turbolenza e polarizzazione. I greci adesso vogliono stabilità e unità nazionale. Chiedono una leadership responsabile che possa fornire questi beni essenziali. E vogliono anche un premier che possa assicurare il posto del loro Paese in Europa, non una fuoriuscita». Meimarakis sottolinea come il risultato del voto sia «importante anche per i nostri vicini. Un altro governo di Syriza avrebbe gravi conseguenze per i Paesi confinanti, in particolare l’Italia, il nostro vicino mediterraneo più importante». Ed ecco qualche numero sulle elezioni politiche greche. Sono 9.836.997 i cittadini ellenici chiamati al voto; il Paese è diviso in 56 circoscrizioni elettorali; i partiti e le coalizioni candidate sono 19; ci sono 19.161 seggi, più 296 seggi speciali per gli elettori che sono registrati in una città ma vivono altrove; le urne si aprono alle 7 e chiudono alle 19 (le 18 in Italia), quando le tv diffonderanno gli exit poll. Le prime indicazioni ragionevolmente certe sull’esito arriveranno attorno alle 21, cioè prima che in passato grazie alla trasmissione elettronica dei risultati da alcuni distretti elettorali. Infine, si apprende che queste elezioni costano ai contribuenti greci 33,2 milioni di euro. Il voto a gennaio costò 51,1 milioni.