Caso Cucchi, le nuove indagini sul pestaggio coinvolgono tre carabinieri

10 Set 2015 13:27 - di Redazione
Stefano Cucchi

Il caso di Stefano Cucchi, il giovane geometra tossicodipendente arrestato il 15 ottobre del 2009 e morto due giorni dopo in circostanze tuttora misteriose, si arricchisce di un nuovo, inquietante capitolo.  Secondo il Corriere della Sera, infatti, il maresciallo dei carabinieri Roberto Mandolini sarebbe indagato per falsa testimonianza. Mandolini è l’ex-vicecomandante della stazione di Tor Sapienza dove Cucchi fu portato dopo l’arresto. Secondo i magistrati che indagano, la sua testimonianza al processo d’appello a carico dei medici e di alcuni agenti della polizia penitenziaria sarebbe in netta contraddizione con le risultanze delle indagini condotte dai pm.

Cucchi sarebbe stato picchiato fin dal momento dell’arresto

Nel cerchio dei sospetti sono finiti anche altri due carabinieri, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. Ufficialmente, mentre scriviamo, non risulta a loro carico alcuna contestazione formale, ma – sempre secondo il Corriere – la loro iscrizione nel registro degli indagati sarebbe solo questione di giorni, se non addirittura di ore. Non per falsa testimonianza ma per lesioni colpose. In base all’esito del processo, Cucchi sarebbe stato malmenato più volte, dal momento dell’arresto fino alla detenzione in carcere. La novità è che ora sarebbero coinvolti anche militari dell’Arma. Come si ricorderà, il processo in appello, che aveva mandato assolti i medici e gli agenti penitenziari coinvolti, aveva provocato la reazione dei familiari di Cucchi. Un loro esposto e le contraddizioni della testimonianza di Mandolini hanno indotto la Procura a riaprire le indagini.

Il processo d’appello si è concluso senza colpevoli

Una decisione che ha restituito la speranza ai familiari del giovane scomparso. Per loro parla il legale Fabio Anselmo: «Abbiamo raccolto elementi che crediamo siano di grande contributo per far luce sull’intera vicenda, e li abbiamo immediatamente portati in procura. Questi elementi  – ha spiegato – riguardano sia aspetti medico-legali sia la ricostruzione degli eventi dei quali è rimasto vittima Stefano. Lui è stato pestato probabilmente più volte e poi è morto in conseguenza di quei pestaggi».

 

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