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Concordia, 16 anni per Schettino sono pochi: la Procura ricorre in appello

Concordia, 16 anni per Schettino sono pochi: la Procura ricorre in appello

Cronaca - di Martino Della Costa - 21 Settembre 2015 alle 14:17

Concordia, un dramma senza fine, un dibattimento senza sosta. La procura di Grosseto ha presentato ricorso in appello contro la sentenza con cui, l’11 febbraio scorso, il tribunale ha condannato Francesco Schettino a 16 anni di reclusione per il naufragio della nave da crociera costato la vita a 32 passeggeri. I pm Maria Navarro, Stefano Pizza e Alessandro Leopizzi non hanno ritenuto congrua la pena comminata all’ex comandante: 16 anni, è il sottotesto del ricorso, sono troppi pochi…

Concordia, la pena non è congrua?

Sedici anni di reclusione, per l’accusa non equivalgono a una pena congrua, e del resto, al processo di primo grado i pm avevano chiesto per Schettino una condanna a 26 anni di reclusione. Una pena poi ridotta di dieci anni (scontata quasi della metà) e che ha eslcuso l’arresto del comandante, e decretata al netto delle aggravanti contestate, che i giudici del Tribunale di Grosseto non hanno riconosciuto (come quella della colpa cosciente). Come noto, infatti, la pubblica accusa aveva chiesto 26 anni e 3 mesi per naufragio colposo, omicidio colposo di 32 persone, lesioni colpose plurime provocate ad almeno altri 110 passeggeri a bordo, abbandono di persone incapaci. E ancora, l’interdizione per cinque anni dal comando. Richieste in parte disattese dalls entenza del febbraio scorso e contro cui adesso la Procura ricorre.

Qualunque sentenza sarebbe inadeguata

E non è tutto: oltre che dai  pm Maria Navarro, Stefano Pizza e Alessandro Leopizzi della procura di Grosseto, l’appello alla sentenza è stato presentato anche da alcune delle parti civili. Manca, a questo punto, soltanto il ricorso di Francesco Schettino per chiedere, al contrario, un ulteriore sconto di pena. Del resto, come opportunamente sottolineato a commento della sentenza di febbraio da un papà colpito dalla tregedia – il figlio, morto nel naufragio del 2012 era il musicista pugliese che lavorava sulla nave e che morì per salvare un bambino – e indignato dal verdetto del processo Concordia, «sedici anni per 32 vittime non sono nulla». «È una pena inadeguata – disse l’uomo – ma forse lo sarebbe stata anche se Schettino fosse stato condannato a 26 anni, quanto chiesto dall’accusa. E poi non doveva essere condannato solo Schettino, ma anche chi era in plancia con lui e chi, della Costa, era a terra e non ha fatto nulla». Ma tant’è: ora si vedrà se il ricorso odierno aggiusterà il tiro renderà la pena adeguata al disatro e al dolore che ha provocato.

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21 Settembre 2015 alle 14:17