Gender, nuova aberrazione a Bologna: autocertificazione per i genitori gay
Non bastava la buffonata burocratica del “genitore 1” e del “genitore 2”, l’ideologia gender mette a segno un altro colpo a Bologna. A partire da quest’anno, nel capoluogo emiliano, i “genitori” dello stesso sesso potranno autocertificare la loro situazione di famiglia per gestire alcuni aspetti della vita scolastica dei figli, come firmare le autorizzazioni per le gite, ritirare i bambini a scuola o parlare coi maestri. La novità gender è emersa l’altra sera durante un dibattito alla Festa dell’Unità, dove il sindaco Virginio Merola è stato intervistato da sei donne e ha confermato il provvedimento: ne ha dato notizia la stampa locale. Una volta firmato il nuovo modulo e inviato all’Istituzione scuola, sarà riconosciuto come “genitore” per le pratiche in questione anche colui (o colei) che non è finora equiparato dalla legge a quello biologico. Nei nuovi moduli “il/la sottoscritto/a” dichiareranno di voler condividere “nel ruolo genitoriale da entrambi/e assunto la relativa funzione a favore del minore”. Basterà sottoscrivere queste righe perché entrambi i genitori possano firmare i vari moduli scolastici (per gli istituti da zero a sei anni), autorizzare gite e rapportarsi con educatori e insegnanti.
I fanatici del gender inneggeranno alla nuova “conquista di civiltà”, ma è certo che la trovata di Merola infligge un nuovo colpo alla famiglia italiana.Non mancheranno certo le polemiche, anche perché spunterà certo qualche altro sindaco desideroso di pubblicità che vorrà emulare il sindaco di Bologna.