Ignazio Marino e l’hotel ristorante con vista Colosseo. L’opposizione attacca
Alberghi e ristoranti solo a proprie spese. Non sul groppone del contribuente. Perciò, se la carta di credito usata da Ignazio Marino è sua personale e privata, nulla quaestio. Ma se fosse quella direttamente collegata alla tesoreria del Campidoglio, il sindaco errante della Capitale potrebbe avere a breve qualche altra brutta gatta da pelare. Magari proprio al ritorno da Philadelfia, dove -bontà sua- si è recato per salutare il Pontefice che evidentemente non riesce a vedere a Roma. Perchè il fatto – riportato con grande evidenza dal “Fatto” – è curioso e pure un poco scabroso. Perciò, alcuni consiglieri di opposizione vogliono vederci chiaro. Anzitutto rispetto a voci e indiscrezioni che nell’aula Giulio Cesare si rincorrono da tempo. E che parlano di Ignazio Marino e di un hotel di lusso, con annesso ristorante con vista Colosseo, che sarebbe da lui frequentato con assiduità. Certo è che, con l’insistenza dell’opposizione e la contemporanea richiesta di accesso agli atti, con l’attenzione dei media, è possibile che ad una inchiesta o, comunque, ad un chiarimento dei fatti si arrivi. Giusto per far luce sulla vicenda. E per non avere dubbi. Perchè è vero che il sindaco Ignazio Marino ha, come i suoi predecessori, a disposizione risorse per lo svolgimento del suo incarico e che perciò può – legittimamente – attingere a dei fondi per tutte quelle spese improvvise o extra non coperte dalla amministrazione. Ma un conto è una cena imprevista o un taxi da prendere al volo, altro sarebbe la consuetudine di spese non giustificabili come improvvise. Magari in alberghi con vista Colosseo.