Il sindaco: «I profughi dicano chi sono o niente calcio». Il Pd: «Alfano, puniscilo»
«Intervenga Alfano», urlano a sinistra. «C’è un sindaco razzista, il ministro dell’Interno deve punirlo». Fulmini e saette, “democratici” e vendoliani sul piede di guerra. Polemiche a raffica sul primo cittadino di Mortara che ha deciso: i profughi non possono allenarsi sui campi di calcio del Comune. Non si sa chi sono, non hanno uno status definito e quindi non giocano. Almeno fino a quando la loro condizione non sarà chiara o regolarizzata, «per rispetto alle famiglie italiane e per la loro sicurezza». La società locale, che milita in Seconda categoria, ha annunciato la revoca dell’accordo verbale che aveva preso nei giorni scorsi con la cooperativa Faber, che ospita 131 richiedenti asilo in quattro strutture, di cui due proprio a Mortara.
La decisione del Comune di Mortara e le proteste del Pd
Immediate le proteste del Pd. In un’interrogazione ad Angelino Alfano alcuni senatori dem hanno chiesto «al ministro dell’Interno di verificare «il comportamento del sindaco di Mortara. Oltre ad essere una scelta politica di chiaro stampo discriminatorio e razzista, i giovani calciatori sono stati definiti di “stato ibrido”, ci chiediamo su quali basi la giunta abbia potuto assumere tale decisione, impedendo di fatto ai giovani di utilizzare la struttura sportiva? Si tratta di una iniziativa gravissima, profondamente ingiusta e diseducativa, che va censurata a tutti i livelli».