La Boschi “santifica” le lezioni gay, l’Europa vuole imporci il gender

11 Set 2015 8:42 - di Fulvio Carro

Educazione sessuale obbligatoria nelle scuole elementari. E in aggiunta, l’educazione gender, con annesse favole omosessuali. È il nuovo sgambetto che il Parlamento europeo sta facendo agli Stati membri, attraverso una risoluzione non legislativa ma di indirizzo, firmata dalla socialista portoghese Liliana Rodrigues, nuova paladina dell’istruzione gay. La sua iniziativa è stata approvata in aula con 408 sì e 236 no. «La mia relazione – ha detto ala Rodrigues – mira a rispettare la Convenzione di Istanbul come strumento per prevenire la discriminazione di genere, creare una cultura della scuola della parità di genere, supervisionare in modo critico i materiali e i programmi educativi, garantire la parità di genere per quello che riguarda le decisioni personali e professionali e migliorare la percentuale di donne in posizioni di responsabilità e di rilievo».

 La “benedizione” di Elena Boschi ai libri gender

In Italia, nonostante le smentite sulla trappola preparata dai presidi e dai docenti di sinistra per avere la firma dei genitori a favore delle lezioni gender, continua il tam-tam. Una delle protagoniste è la ministra Elena Boschi che ha fatto una visita ufficiale alla festa organizzata dalla comunità omosessuale. Decine i giornalisti che l’hanno attesa al Pride Village di Padova. La Boschi ha visitato tutti gli stand della festa, fermandosi a dialogare con i clienti dei vari bar e ristoranti. Particolarmente lunga – e questo è significativo – la tappa alla libreria, soprattutto alla sezione descritta come quella dei cosiddetti libri gender.

Di contro, fa ancora discutere la presa di posizione del comune di Prevalle, nel Bresciano. L’amministrazione comunale sul pannello elettronico all’esterno del palazzo comunale e dedicato ai messaggi pubblici per la popolazione, ha proiettato la scritta : “L’amministrazione comunale è contraria all’ideologia gender”. Per il sindaco del paese, Amilcare Ziglioli, «è un messaggio per far capire da che parte sta l’amministrazione».

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