La coppia Renzi-Padoan “tarocca” i conti: la crescita del Pil è sovrastimata

21 Set 2015 17:31 - di Giacomo Fabi

La crescita del Pil relativa al biennio 2017-18, strombazzata dal premier Renzi e dal ministro Padoan in questi ultimi giorni quale indizio di una incontestabile inversione di tendenza è «sovrastimata». A sostenerlo non è l’opposizione politica ma un organismo indipendente come l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), che invece “salva” il quadro tendenziale delineato nella Nota al Documento economico-finanaziario (Def) considerandolo «in linea» per il biennio 2015-16. In pratica, l’Upb si riconosce nelle previsioni a breve termine ma sottolinea che «i fattori di rischio insiti nel tendenziale divengono maggiormente evidenti negli anni successivi». Questo significa che nel 2017 e 2018 la crescita stimata del Pil sarà dell’1,2 e non – come invece previsto dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan dell’1,3 per cento. Parliamo di bilancio dello Stato dove anche un decimale indica voci a dir poco consistenti.

L’Upb: nel 2017 la crescita sarà inferiore alle previsioni del Mef

In pratica, tra Upb e Mef non vi è coincidenza di vedute rispetto a diversi parametri di riferimento, «principalmente» dalla dinamica dei consumi delle famiglie che nelle ipotesi del ministero risulta particolarmente «ottimistica». Ma – secondo l’Ufficio guidato da Giuseppe Pesauro – è un ottimismo che non tiene conto di alcuni elementi di rischio che invece andrebbero ben calcolati, a cominciare dalle componenti internazionali. «Nell’insieme, evoluzioni delle variabili internazionali (commercio, cambio, petrolio) meno favorevoli di quelle ipotizzate – si legge nella lettera – potrebbero contribuire a indebolire il quadro macroeconomico stimato dal Mef nel 2016 per quanto riguarda la crescita (maggiore rallentamento del commercio globale) e negli anni successivi per quanto riguarda l’inflazione (eventuale apprezzamento dell’euro)».

Il ministro Padoan atteso a Bruxelles per la legge di stabilità

Il calcolo cui è pervenuto l’Upb non rappresenta certo un buon viatico per il governo. Tanto più che nelle prossime ore Padoan incontrerà a Bruxelles il vicepresidente della commissione Ue responsabile per l’euro, Valdis Dombrovskis proprio per approfondire il tema del Def e della legge di stabilità. Subito dopo, il responsabile dell’Economia sarà ascoltato in audizione davanti  all’europarlamento insieme ai colleghi di Germania, Francia, Spagna e Lussemburgo.

 

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