La riforma del Pd è pronta: le coppie gay possono adottare i bambini
A grandi passi verso l‘adozione da parte delle coppie gay. Unioni civili, stepchild adoption, “formazioni sociali specifiche”: un rompicapo incomprensibile. La sinistra si conferma maestra di contorsioni verbali e formule rocambolesche per far digerire le sue riforme. Soprattutto quando in gioco ci sono argomenti spinosi come quello dei diritti degli omosessuali. Lo dimostra Monica Cirinnà, padrina della controversa legge sulle unioni di fatto (ribattezzate “formazioni sociali specifiche”) nell’intervista al Corriere della Sera. Le sue parole sulla cosiddetta stepchild adoption (l’adozione da parte di uno dei due membri di una coppia del figlio, naturale o adottivo, del partner, ndr ) calano la maschera sugli obiettivi della legge che smantella la famiglia sancita dalla Costituzione e prelude all’adozione da parte di coppie gay.
Il pasticcio delle unioni civili
Nessun paletto chiaro tra matrimonio e unioni di fatto. «Io ho un mandato del mio partito a costruire l’unione civile dando alle persone dello stesso sesso i doveri e i diritti reciproci degli sposati. Diritti sociali fiscali e previdenziali, reversibilità e, punto fondante delle primarie di Renzi, la stepchild adoption», spiega la senatrice dem, che definisce il riferimento alla filiazione una piccola cosa simbolica («se i cattolici vogliono togliere il riferimento ai figli, lo leverò»).
Trappole e ambiguità
«Ancora una volta colpisce l’ambiguità delle dichiarazioni della maggioranza Pd in merito alla legge sulle unioni civili. Una ambiguità pericolosa perché corre il rischio di proporre false soluzioni a problemi reali e concreti», commenta preoccupata Paola Binetti. Che cosa significa per esempio la nuova formula “unioni sociali specifiche”? Prima si assicura la distinzione netta dal matrimonio poi si dice che «anche il matrimonio è una formazione sociale e le unioni civili costituiscono una famiglia come il matrimonio». Evidentemente per far passare la legge – continua la Binetti – non si rinuncia a nessuna capriola lessicale commenta Binetti.
Utero in affitto
Per Maurizio Sacconi le parole della Cirinnà confermano i timori. «Il ddl definisce un similmatrimonio con il solo scopo di farne il presupposto dell’adozione del figlio biologico del convivente. Ma insistiamo a chiedere: sarebbe il figlio del vedovo che ha cambiato orientamento sessuale? O non sarebbe piuttosto il figlio comprato da una mamma che ha venduto corpo ed emozioni per bisogno materiale? La collega relatrice ci ricorda che ciò è proibito in Italia. Ma sempre più possibile all’estero senza sanzione in Italia per l’utilizzatore».