L’Europa riscopra la lezione del Cav: faccia asse con Mosca o si dissolverà

14 Set 2015 17:43 - di Carlo Ciccioli
putin berlusconi europa

Che l’Unione europea basata solo sul progetto economico-finanziario, sui diritti e sui mercati, sia un fallimento politico ormai è fuori discussione. Lo affermano gli stessi fondatori e i Paesi centrali nel progetto, quali la Germania della Merkel e l’Inghilterra di Cameron. Senza progetto politico e culturale un’entità economica si dissolve e questo è il caso dell’Unione di Bruxelles. Bisogna dare all’Europa una nuova prospettiva, diversa dall’asse con gli Stati Uniti, soprattutto quelli di Obama, un’America sempre più distante dagli interessi e dalle esigenze europee e presa dai suoi problemi interni.

Fare asse con Mosca per salvare l’Europa

L’unica prospettiva per l’Europa è l’asse con la Russia e il successivo ingresso di Mosca nell’Unione. Una Russia di Putin sempre più europea, che si fa carico dei problemi del Medio Oriente a cui noi non riusciamo a far fronte, cominciando dalla Siria, e che non ha paura di contrastare l’Islam, come dimostrato già tanti anni fa dai fatti drammatici della Cecenia. Una grande nazione che ha le materie prime ed è inaffondabile anche in caso di sanzioni. Una politica anti-russa diventa fondamentalmente una politica anti-europea e coloniale nei confronti dell’Europa. Ovvero, di fatto, l’indebolimento economico e commerciale dell’Europa oltre che il suo nanismo politico. L’Europa sarà forte se, come si diceva una volta, va dai Pirenei agli Urali, nel caso della Russia con l’annessa vastissima appendice asiatica. Un’iniezione di 150 milioni di persone, che allargata all’area degli Stati russofoni arriva a più di 200 milioni di abitanti e territori sconfinati. Un mercato nuovo e ricco per l’affannata economia italiana e, più in generale, per gli Stati europei del Mediterraneo.

Sulla politica estera aveva ragione il Cav

Va detto che Silvio Berlusconi, che di errori ne ha fatti tanti ma che sulla politica estera è stato sempre geniale, capì già negli anni Novanta che l’Europa e in particolare l’Italia dovevano guardare a Est e verso il Mediterraneo. Non è un caso che i suoi governi siano sempre stati guardati con ostilità e, quando possibile, fatti cadere dalle lobby di Bruxelles e di Londra, ostili a questa visione politica: no autonomia energetica dell’Italia, no Gasdotto della Gazprom, no accordi con la Libia di Gheddafi, no apertura a Mosca, anzi Putin doveva essere massacrato in Ucraina, con lui doveva cadere Assad in Siria e i vincitori delle cosiddette Primavere arabe, cominciando dalla Tunisia e dall’Egitto, dovevano indebolire e assediare l’Europa. Per ora a questi signori non è andata bene e speriamo che nel futuro prossimo vada anche molto peggio.

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