L’Ucraina vieta l’ingresso per tre anni a Berlusconi: «È amico di Putin»

17 Set 2015 15:22 - di Giovanni Trotta
Putin e Berlusconi in Crimea

Incredibile: anziché pensare alla guerra che sta perdendo contro gli independentisti, anziché pensare alla disoccupazione e alla crisi economica, il governo di Kiev, evidentemente influenzato dalla sinistra italiana, persa a colpire Berlusconi: il consiglio nazionale per la sicurezza ucraino ha deciso di vietare l’ingresso nel Paese per tre anni all’ex premier Silvio Berlusconi per la sua visita in Crimea con Putin, non concordata con Kiev. Lo riferisce Interfax. «Questa visita nella Crimea occupata è un tentativo della Russia di legittimare a ogni costo l’occupazione illegale e la dimostrazione del mancato rispetto verso la sovranità statale dell’Ucraina», aveva denunciato nei giorni scorsi il ministero degli Esteri ucraino, dimenticando però che la Crimea, in base al principio dell’autodeterminazione dei popoli, con un legittimo e regolare referendum ha votato a stragrande maggioranza l’uscita dalla agonizzante repubblica ucraina. E sempre a imitazione dell’Italia, apprendiamo che nella loro visita in Crimea alle storiche cantine di Massandra, Berlusconi e Putin avrebbero – addirittura – degustato una bottiglia di sherry del 1765, del valore di 150 mila dollari: lo sostiene la Procura generale ucraina, che ha aperto una inchiesta per appropriazione indebita di un bene pubblico di valore particolarmente rilevante come quell’antico vino liquoroso spagnolo di Jerez de la Frontera. Anche in questo notiamo una certa similitudine con l’Italia.

L’Ucraina non si dà pace per la visita del presidente in Crimea

Kiev non si è data pace per la visita di Berlusconi in Crimea: «Grande sconcerto e preoccupazione» sono stati espressi dall’ambasciatore d’Ucraina in Italia per la visita di Silvio Berlusconi in Crimea. Una visita, scrive Yevhen Perelygin in una lettera all’ex presidente del Consiglio che «offre appoggio all’aggressore. Kiev considera tale visita come una provocazione che rappresenta una sfida diretta all’integrità territoriale dell’Ucraina, poiché ignora completamente la posizione consolidata in seno all’Unione Europea e all’Onu riguardo al non riconoscimento della Crimea come parte della Federazione Russa, bensì come territorio occupato». Insomma, la nuova visita di Silvio Berlusconi all'”amico Putin” non ha suscitato solo commenti politici italiani o notazioni di cronaca ma anche la ridicola quanto feroce critica da parte dell’Ucraina: Kiev ha espresso una formale “condanna” perché il leader azzurro ha reso visita al presidente russo in Crimea, la penisola sul mar Nero annessa da Mosca nel bel mezzo della crisi ucraina. Attraverso il ministero degli Esteri, l’Ucraina ha condannato la visita in quanto violerebbe le norme ucraine sull’ingresso nel «territorio temporaneamente occupato e contraddice anche la politica Ue sulla penisola che Mosca si è annessa lo scorso anno». In realtà fu la popolazione a scegliere liberamente di non sottostare più al giogo ucraino. Come si ricorderà, Berlusconi è stato nella penisola l’11 e il 12 settembre e i media russi hanno dato ampio spazio all’evento. Anche in Italia si sono viste a più riprese le immagini dell’ex cavaliere che depone una mazzo di fiori rossi al memoriale di fronte al monte Gasfort, a Sebastopoli, dedicato ai soldati del Regno di Sardegna morti nella guerra di Crimea. In precedenza avevano messo piede in Crimea solo una delegazione leghista guidata dal segretario del Carroccio Matteo Salvini, lo scorso ottobre, e, in luglio, una decina di parlamentari francesi, guidati dall’ex ministro dei trasporti Thierry Mariani, finiti poi nella blacklist di Kiev che li ha banditi dall’Ucraina per tre anni.

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