Mattarella sull’integrazione: «Gli immigrati devono parlare l’italiano»
La conoscenza dell’italiano, delle nostre tradizioni, della Costituzione e delle leggi sui diritti delle donne (per evitare gli orrori delle mutilazioni genitali femminili) da parte degli immigrati rappresenta la base necessaria per una vera integrazione. Per anni il centrodestra ha battuto su questo tasto: gli immigrati, che vivono e lavorano in Italia, devono avere una buona conoscenza della nostra lingua per potersi integrare. Ora il tema è stato affrontato dal capo dello Stato. Sergio Mattarella ha, infatti, sottolineato l’importanza per gli immigrati che si stabiliscono nel nostro Paese di imparare l’italiano.
Mattarella: l’italiano può essere un veicolo di integrazione
«Credo – ha detto il presidente della Repubblica all’82esimo convegno della Società Dante Alighieri – che dovremmo essere più impegnati nel promuovere e assicurare la conoscenza della nostra lingua agli immigrati che si insediano nel nostro Paese». Il capo dello Stato ha ricordato che l’Italia è passata «da Paese di emigrazione, a Paese di transito» ed immigrazione. E l’italiano può essere un «veicolo di integrazione tra i cittadini e le comunità di immigrati che si sono insediate nei nostri territori». La conoscenza, infatti, ha osservato «abbatte i muri, previene la formazione di ghetti culturali e linguistici». Il confronto con i dati con gli altri Paesi europei, ha detto ancora, «fa capire quanto sarebbe necessario un maggiore impegno dello Stato», per promuovere la lingua italiana. Il capo dello Stato ha parlato dell’importanza di insegnare l’italiano agli immigrati ma anche di diffonderlo all’estero, ad esempio nei Balcani o nella sponda sud del Mediterraneo, «dove l’italiano – ha concluso – può diventare strumento di pace».