Ncd, un sondaggio inguaia Alfano ed è bufera: “Il partito sta morendo”

4 Set 2015 8:31 - di Franco Bianchini

Un sondaggio dopo l’altro, sempre peggio, sempre con il segno negativo. Il tentativo dell’Ncd di contrarre matrimonio con il Pd si scontra pure con la diffidenza dei renziani che, sondaggio alla mano, hanno paura di perdere voti a causa di una eventuale intesa elettorale con gli uomini di Alfano. La rivolta interna non si ferma e i giudizi sono sferzanti. Il Nuovo centrodestra è un partito che ha perso qualsiasi ragion d’essere». Lo sostiene Filippo Berselli, ex parlamentare di An e Pdl, che del Ncd è stato uno dei fondatori ed il primo coordinatore in Emilia-Romagna, prima di lasciarlo in polemica con la linea politica. Berselli torna con un affondo in polemica con il vicecapogruppo alla Camera di Area Popolare (e coordinatore emiliano-romagnolo di Ncd) Sergio Pizzolante che nei giorni scorsi aveva chiesto un’alleanza organica col Pd. «Si sapeva da un pezzo – ha detto Berselli – che Ncd era organico al Pd, tant’è che in tempi non sospetti me ne andai sbattendo la porta. I naufraghi cercano ora scampo in Forza Italia o nel Pd, dove a Pizzolante è stato garantito l’ambito ruolo di volontario alle feste dell’Unità. Pizzolante non ha nessun seguito e a fatica riuscirebbe ad essere eletto all’assemblea del suo condominio. A questo punto possiamo quindi senz’altro dire che Ncd è morto e che Pizzolante è il suo becchino».

Il sondaggio che inguaia l’Ncd

Nel partito la polemica contro Alfano si diffonde a macchia d’olio anche per le notizie che arrivano dai “democratici” renziani, per i quali l’abbraccio con l’Ncd potrebbe essere mortale. Questa tesi si rafforza anche alla luce del sondaggio dell’Istituto Piepoli per l’Ansa: il Pd alleato con Ncd perderebbe quattro punti percentuali scendendo dal 32% al 28%. E dati del genere stanno diventando un incubo. Molti del Ncd seguono la linea tracciata da Renato Schifani, che qualche giorno fa ha dato l’altolà ad Alfano: «Quando ho fondato assieme ad altri il partito, interrompendo con dolore il rapporto con Berlusconi, è stato per due motivi: garantire la governabilità al Paese e realizzare le riforme utili all’Italia, attuando punti programmatici di centrodestra in un governo di emergenza, per poi tornare nell’area dalla quale provenivamo. Era un’alleanza tattica, non strategica e politica». Quindi, nessuna alleanza con il Pd. Alfano è avvertito.

 

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