La Nigeria chiude le frontiere a Salvini. Niente visto: salta la missione in Africa
Niente Nigeria. Niente visto. Matteo Salvini, già con le valigie in mano, dovrà rinunciare alla sua missione africana. Il governo nigeriano, infatti, all’ultimo momento ha chiuso le frontiere al leader della Lega. Vizio formale nella richiesta? Messaggio cifrato? Il buon Matteo l’ha presa malissimo.
Salvini resta a casa
«La Nigeria nega l’ingresso a una delegazione di amministratori, giornalisti e imprenditori italiani che volevano aiutare quel Paese.
Mentre in Italia entra chiunque, anche senza documenti, spesso per rubare. Il mondo al contrario», scrive sul profilo Facebook dove i suoi fan si scatenano nella solidarietà al “capitano”. «Mi dispiace perché ci avevo messo tempo, attenzione e passione ma se non mi mettono il timbrino…», ha detto dai microfoni di Radio Padania, «non vorrei che qualcuno del governo italiano abbia detto di non farci partire…».
Aiutiamoli a casa loro
Il pirotecnico leader del Carroccio stava lavorando da mesi a una missione di quattro giorni in Nigeria, fissata a partire da martedì, per documentare che i migranti che vengono in Italia «si possono aiutare a casa loro». «Avremmo voluto andare a testimoniare la solidarietà vera e concreta», ha spiegato denunciando che il visto è stato negato a tutti i componenti della delegazione, formata da imprenditori e assessori regionali del Nord. «Il dubbio è che, essendo stata organizzata dalla Lega per portare sviluppo, la missione desse fastidio a qualcuno». Salvini si dice rammaricato di non aver «potuto concretizzare l’aiutiamoli a casa loro» e promette di voler organizzare altre missioni nei paesi paesi di partenza dei flussi migratori, a cominciare dal Marocco.
Il Pd specula
«Non conosciamo i motivi della decisione delle autorità nigeriane, ma è comprensibile che non siano accoglienti con un personaggio come Matteo Salvini e la sua conclamata xenofobia. Detto ciò spero che prima o poi possa andare e conoscere quella realtà». Parola del vicepresidente dei deputati del Pd, Gero Grassi. «Con la sua valigia pronta, ce lo immaginiamo come un piccolo colonialista del secolo scorso: sprezzante con i neri, pronto a sfruttarne le risorse».