Nordhal: a vent’anni dalla morte i suoi record resistono a Totti e Balotelli
Molti giovani tifosi di oggi non l’avranno neanche mai sentito nominare, ma Gunnar Nordhal fu uno dei migliori calciatori mai approdati in Italia, prova ne siano i record da lui stabiliti, a tutt’oggi imbattuti. La storia di questo svedese colossale e potente, parte nel 1948, quando con la nazionale svedese olimpica vince la medaglia d’oro. I club italiani, in particolare Juventus e Milan, cominciano a osservare le forti selezioni scandinave – tra l’altro, va sottolineato, formate da dilettanti – ma, come spesso accade, mettono gli occhi su un altro giocatore, il danese Ploeger, che alla fine viene aggiudicato dalla Juventus in modo non del tutto corretto. L’avvocato Agnelli, gran signore, per rimediare, fa in modo che il Milan riesca a prendere il secondo della lista, ossia Nordhal, che alla fine dei fatti si rivelerà uno degli acquisti più azzeccati dei rosseoneri, se non il più azzeccato. Arrivò alla stazione centrale di Milano il 22 gennaio del 1949, accolto da circa tremila tifosi entusiasti che nell’impeto ruppero una serie di porte a vetri, suscitando l’apprensione del compassato svedese, che fu visto impallidire e chiedersi dove fosse mai capitato. Ma era l’Italia del calcio, e ancora oggi non si spiega come le migliaia di tifosi abbiano saputo che l’asso svedese arrivava quel giorno a quell’ora: i giornali non lo avevano detto e non c’erano né internet né cellulari… Comunque Nordhal pochi giorni dopo, il 29, esordì contro la Pro Patria, andando subito a segno. E pochi giorni dopo i rossoneri umiliarono la Juve con un sonoro 7 a 1. Nordhal, che a casa sua, a Norrkoeping, faceva di mestiere il pompiere, era un attaccante centrale, allora si diceva un centrattacco, oggi un centravanti di sfondamento. E sì, perché con il suo metro e ottanta di altezza e i suoi oltre novanta chili di peso era una vera forza della natura, un vero spaccadifese.
Nordhal nella selezione svedese ha più gol che presenze
E lo prova il numero altissimo dei suoi gol: nella nazionale svedese ha più gol che presenze, in Italia ha vinto cinque volte il torneo dei capocannonieri, e ancora oggi ha una media di 0,77 gol a partita, che nessuno può vantare, né Piola né Totti né nessun altro. È il terzo capocannoniere di sempre. Col Milan, squadra nella quale ha militato per otto stagioni, ha 268 presenze e 221 reti. Ha ancora il record del maggior numero dei gol segnati in campionato, 35. Ma, a detta dei vecchi cronisti sportivi, Nordhal era una persona che parlava a voce bassa, compassato, non gesticolava ed era soprattutto un giocatore correttissimo: una volta, dicono le cronache, un difensore da lui trovolto mentre correva a rete si fece male; lui si fermò, abbandonò l’azione, che era regolare, e andò a soccorrerlo.Famosa poi è la foto in cui Nordhal stringe la mani a un bambino al di là della rete di protezione del campo, trascurando tutti gli altri tifosi. In Italia aveva diversi soprannomi: il pompierone, carro-armato, bisonte, per la sua carica irrestistibile. Faceva parte, in quegli anni, di un trio svedese celeberrimo: il Gre-No-Li, Gren, Nordhal, Liedholm, che componevano l’attacco milanista. Anzi, si dice che fu proprio lui a convincere Liedholm a venire a giocare in Italia, cosa della quale il futuro allenatore non era troppo convinto. Dal quel gennio 1949 il Milan conseguì una vottoria dopo l’altra, ottenendo sempre ottimi piazzamenti in Italia e all’estero: due campionati vinti e una Coppa Latina, che oggi corrisponderebbe alla Coppa dei Campioni. In Svezia Nordhal aveva già vinto quattro scudetti svedesi e una Coppa di Svezia. Gli ultimi due anni della sua carriera li giocò alla Roma, dove su 32 presenze segnò 15 gol, ma non ebbe lo stesso affiatamento che aveva con il Milan. Poi divenne allenatore giallorosso, lavorò un po’ nel calcio-mercato e infine divenne tour operator. Tornava spessissimo in Italia a salutare i vecchi amici. Ed era proprio in vacanza in Italia, ad ALghero, quando esattamente venti anni fa un infarto se lo portò via. Era nato a Hoernefors nel dicembre 1921.