Il Papa a Filadelfia: prima le note di Rocky, poi i selfie dei vescovi…
Dopo le monache di clausura di Napoli, scatenate nell’assalire Papa Francesco sotto lo sguardo esterrefatto del cardinal Sepe, i vescovi americani concedono il bis. Accoglienza trionfale, entusiasmo incontenibile per il Pontefice nella cattedrale di Filadelfia dove anche i vescovi sono apparsi ‘scatenati’ con i loro smartphone, nella speranza di catturare l’immagine del Papa. Le immagini mostrano come un alto prelato ha tentato anche di farsi fotografare da un ‘collega’ mentre Papa Francesco passava alle spalle, mentre un altro ancora ha tentato un ‘selfie’. Per carità, nulla da dire sull’entusiasmo che sta accompagnando il Vescovo di Roma in questo suo straordinario viaggio Oltreoceano. Ma questi eccessi di “selfie”, questa moda fotografara che ha invaso il mondo tecnologicamente attrezzato, connesso con IPhone, Smartphone, Samsung Galaxi, Nokia e via compulsando, hanno ormai travalicato il senso della misura e intaccato ogni forma di pudore. Se persino i vescovi non riescono a resistere alla mania dell’autoscatto, c’è davvero da sentirsi orfani di una Chiesa austera, e non per questo incapace di esprime gioia composta e luminosa felicità al cospetto dell’erede di Pietro. Certo, in America tutto è grande e tutto diventa show. Ne fanno fede i numerosi gadget che hanno accompagnato il viaggio del Papa. Anche la visita evangelica non sfugge alla regola. Ma i vescovi no. Avrebbero dovuto mostrare un briciolo in più di contegno. Non chiamateci parrucconi, per piacere. Siamo uomini di mondo. Ma i vescovi che si lasciano andare… sono cose dell’altromondo. Come quella accoglienza in città di Papa Francesco con le note della colonna sonora del film Rocky, ambientato proprio a Filadelfia. Una americanata.
L’omelia di Papa Francesco
Nella sua omelia il Papa ha parlato del ruolo attivo che nella Chiesa dovranno avere sempre di più laici e donne: “Il futuro della Chiesa, in una società che cambia rapidamente, esige già fin d’ora una partecipazione dei laici molto più attiva”. Questo, “in modo particolare, significa stimare l’immenso contributo che le donne, laiche e religiose, hanno dato e continuano a dare alla vita delle nostre comunità”.