Prove di disgelo tra Putin e Obama. Raid congiunti in Siria? Ma su Assad…

29 Set 2015 10:25 - di Elsa Corsini

Prove di dialogo tra Obama e Putin sulla Siria. Al termine del lungo faccia a faccia a porte chiuse a margine dell’assemblea dell’Onu, spunta l’ipotesi di raid aerei congiunti anti-Isis. Ma le divergenze sul ruolo del leader siriano Bashar al Assad rimangono forti. Sul futuro del presidente siriano «c’è un forte disaccordo con M0sca», riferiscono fonti della Casa Bianca.  «Produttivo ma senza risultati spettacolari», è il giudizio cauto di Washington sul vertice bilaterale. Più ottimista per una volta Putin, per il quale il colloquio con presidente Usa «è stato franco, costruttivo, come tra uomini d’affari. Ho trovato un Obama sorprendentemente aperto: le dispute rimangono ma abbiamo molto in comune».

Obama e Putin alleati?

Sui raid aerei il premier russo è lapidario: «In Siria sono illegali perché non c’e’ l’autorizzazione dell’Onu. Obama e Hollande non sono cittadini siriani. Non possono decidere sul futuro del Paese». Mentre la Russia è aperta alla possibilità di partecipare alla campagna aerea contro il Califfato in Siria («solo se in linea con con il diritto internazionale»), Putin esclude che le truppe russe, già schierate nel Paese, attaccheranno via terra. «Se i russi usano la loro forza militare solamente per combattere l’Isis, allora va bene. Ma se lo fanno per rafforzare la lotta di Assad contro il suo stesso popolo, questo sarà negativo», replicano dalla Casa Bianca.

Il ruolo di Assad

I due leader hanno convenuto che le loro forze armate devono “comunicare” per «evitare conflitti militari tra di loro nella regione». Prima del faccia a faccia, Obama e Putin si erano accusati a vicenda per la catastrofica guerra in Siria e la crisi dei rifugiati. «Ci sono delle potenze internazionali che agiscono in contraddizione con il diritto internazionale. C’è “qualcuno” – ha detto Obama con una chiara stoccata a Putin – che ci dice che dovremmo sostenere dei tiranni come Assad perché l’alternativa è molto peggio. Assad ha brutalizzato il suo popolo: una soluzione in Siria deve essere la transizione a un nuovo leader. Conduco l’esercito più forte che il mondo abbia mai conosciuto – ha aggiunto Obama – e non esiterò mai a proteggere il mio Paese o i nostri alleati unilateralmente e con la forza se necessario. Dopo tanto spargimento di sangue, dopo tanta carneficina, non si può tornare allo status quo». Lo “zar” invece non ha ceduto di un millimetro dalla sua linea, quella di appoggiare il governo di Damasco,  «il cui esercito è l’unico in grado di sconfiggere l’Isis. Non cooperare con il governo di Assad è un grave errore – ha detto Putin – per combattere l’Isis occorre una coalizione internazionale come quella che si creò contro Hitler durante la Seconda guerra mondiale».

 

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