Salvini a Cernobbio fa il pieno di applausi e attacca Renzi e Merkel
«Noi vogliamo andare al governo e quando ci arriveremo avremo bisogno di voi». Più lineare non poteva essere Matteo Salvini alla sua prima con la platea dell’ Ambrosetti. La Lega vuole tornare a Roma e davanti a imprenditori e manager il suo leader riconosce che «al governo non ci si va con gli sgomberi dei campi rom». Giacca e cravatta blu («solo per qualche ora» scrive su Twitter), colletto slacciato e jeans scuri, Salvini cala con l’establishment la carta della moderazione. «Voglio fare l’allenatore e al governo voglio chiamare persone migliori di me. Mi sto circondando di buoni consiglieri e ne avremo bisogno di altri».
Salvini dagli industriali scende dalla ruspa e parla di economia
Messa da parte la ruspa e ribadito che «sgombrare i rom non è il primo problema», il capo quarantenne del Carroccio vuole invece «costruire». Accanto a lui – si legge su “Il Corriere della Sera” – annuisce un Roberto Maroni istituzionale e raggiante per i dati che segnalano la Lombardia come la Regione italiana tra le più virtuose, forse la più virtuosa. Il Governatore ha appena illustrato i progetti per il dopo Expo con la creazione della cittadella universitaria. Se dovesse presentare oggi un programma di governo, Salvini ci metterebbe il superamento del patto di Stabilità interno, «che blocca 20 miliardi nelle casse di comuni». Lo stesso Matteo Renzi lo aveva definito il patto «della stupidità», ricorda, poi «non ha fatto nulla». L’Europa arriccerà il naso? «Ce ne faremo una ragione». A Renzi concede la buona idea di cancellare la Tasi «sono contro le tasse al punto che su questo lo sosterrò» – e a porte chiuse si spinge affermare che «bisogna aiutare il governo a fare le scelte giuste».
Salvini profetizza l’addio di Renzi: «L’anno prossimo non tornerà qui da premier».
E in favore di telecamere parla di «invidia per gli ungheresi che hanno un premier che fa i loro interessi». n Salvini di governo introdurrebbe la «flat tax» e rimuoverebbe le sanzioni verso la Russia. «Ma qualcuno crede dawero che il rischio di una terza guerra mondiale venga da Putin?». Alla fine , l’applausometro gli regala il secondo posto, dopo Renzi. Non si cura del tiepido battimani Renato Brunetta: «Non ci resto male, so molto bene che il mondo delle imprese è filo-governativo. E sono anche che chi fa l’opposizione disturba e da fastidio a chi è quotidianamente alle prese con le questioni da risolvere. Perciò vi dico solo una cosa: Renzi in Europa non conta nulla, è subalterno» .