Tremila euro per sposare un terrorista islamico e dargli l’ingresso in Italia
Matrimoni combinati a vantaggio dell’Isis. «Per quanto riguarda l’Italia, ci sono indagini su un caso in particolare, approfondiremo se ci sono riscontri». E’ quanto si apprende da ambienti dell’Antiterrorismo, alla luce della notizia dell’arresto di una francese di 21 anni a Parigi, che faceva da “agenzia matrimoniale” per i jihadisti, inducendo numerose giovani connazionali a partire in Siria e in Iraq e sposare combattenti dello Stato Islamico.
Con i matrimoni combinati i terroristi islamici hanno la strada spianata
Il tour dei matrimoni combinati e i sospetti in particolare su una vicenda che paventava i rischi di infiltrazione terroristica, era stato denunciato in una recente inchiesta Ansa, sulla quale indaga la divisione antiterrorismo della Questura di Roma. In particolare riguarda i sospetti per un aumento delle offerte in denaro da parte di alcuni stranieri subito dopo gli attentati in Tunisia ed Egitto. In generale, nella Capitale i luoghi delle reclute dei promessi sposi pronti a unirsi ai migranti sono la stazione Termini, le case occupate e le mense sociali per poveri e senzatetto. Una volta trovato un lui o una lei, a cui vengono in genere offerti non più di tre o quattromila euro, vengono organizzati i viaggi. Direzione Il Cairo, in Egitto. «Ne abbiamo organizzati recentemente almeno una decina», ha spiegato A., un quarantenne italiano coinvolto nel traffico, che oltre a girare si occupa della parte burocratica sbrigando le pratiche e procurando i documenti da portare all’ufficio anagrafe. «Dal Cairo, attraverso l’ambasciata italiana – aggiunge – arrivano la richiesta di matrimonio e una volta ottenuti i documenti necessari si parte per l’Egitto». Dopo la registrazione dell’atto anche in Italia, a distanza di qualche mese arriva la richiesta del permesso di soggiorno per motivi familiari e, con una prospettiva temporale molto più lunga, la richiesta di cittadinanza. Anche se per la maggior parte degli sposi extracomunitari l’Italia rappresenta solo una via di accesso ad altri Paesi europei. L’intero affare è generalmente di novemila euro.