Violenza a Napoli, De Magistris accusa il governo: siete corresponsabili
Il sindaco De Magistris non ci sta: e dopo l’escalation di violenza registrata a Napoli (solo negli ultimi giorni ci sono stati tre sparatorie nell’area occidentale e tre omicidi), e l’annuncio di Alfano sull’invio di un rafforzamento militare in città, punta l’indice contro l’esecutivo Renzi, e in un post su Facebook il primo cittadino accusa: «Governi e pezzi di Stato sono corresponsabili di quanto sta accadendo: tagli alle risorse destinate alla sicurezza e al contrasto al crimine. L’austerità favorisce la delinquenza e consolida chi vuole comunità impaurite». «Attenzione alla violenza che vuole incidere sul cambiamento politico in atto… Attenzione alle manine all’opera».
De Magistris, j’accuse al governo
Napoli è nel caos: la guerra tra bande insanguina la città e il sindaco De Magistris alla disperazione e ormai a corto di argomenti a sua discolpa, rivolge il proprio j’accuse contro il governo. E con questa ulteriore polemica al vertice tra l’esecutivo renziano e un sindaco di centrosinistra, la lotta intestina tocca decisamente il fondo, denunciando implicitamente una lacunosa mancanza di comunicazione tra il premier e segretario dem e i suoi sindaci chiamati ad amministrare città chiave del Bel Paese. Non solo: la polemica in corso ormai da troppo tra amministrazioni locali e governo istituzionalizza una mancanza di coordinazione ai vertici che incrementa l’immagine di abbandono e rischia di accreditare quella inevitabile convinzione di incapacità gestionale che mina sempre più irreversibilmente la fiducia dei cittadini nell’amministrazione della cosa pubblica. Un’immagine, ahinoi, già pesantemente accreditata anche all’estero, come gli articoli del New York Times sul degrado di Roma in testa a tutti testimioniano impietosamente… «Io, e tutta la città, siamo parte lesa. Nel senso che questi episodi di violenza offrono un’immagine di Napoli che danneggia impegno e sforzi di questa amministrazione per la rinascita turistica, culturale e sociale della città, che sta dando risultati straordinari», ha tuonato nelle ultime ore uno spazientito De Magistris che, da un lato, rilancia il suo operato, e dall’altro getta l’intero importo delle responsabilità negative sul governo, deciso a non fare sconti neppure al Pd, ai cui esponenti ha ricordato senza giri di parole che, «quanto alle polemiche», va ribadito che «sono loro che fanno parte di un governo che ha operato tagli a servizi essenziali, compresi quelli che dovrebbero garantire l’ordine pubblico».
No all’esercito, sì a polizia e cc
È un fiume in piena il sindaco di Napoli, più che mai in evidente difficoltà dopo gli ultimi fatti di sangue avvenuti nella città e che, in un’intervista al Mattino, punta pesantemente l’indice contro Palazzo Chigi. «Chiedo al governo due cose – fa sapere allora De Magistris – consolidare ed estendere l’operazione “Alto Impatto”, ovvero, prolungarla nel tempo (dovrebbe terminare ad ottobre) e mettere in strada più uomini dei duecento attuali che operano sul territorio cittadino». E secondo: «riconsiderare i tagli ai servizi essenziali e ai Comuni, che ricadono pesantemente sull’organizzazione delle polizie locali. L’esercito? Già c’è, è quello di Alto Impatto. Ma – prosegue il primo cittadino – non si può pensare di militarizzare la città, né servirebbe. Serve invece utilizzare in modo intelligente gli uomini dell’esercito, per la difesa di obiettivi sensibili, e così alleggerire polizia e carabinieri per lo svolgimento di altri compiti». Più agenti, meno esercito, quale sia davvero il punto di svolta lo dirà il tempo, a partire da oggi. Certo, preoccupano l’aggressività delle bande di minorenni che prendono sempre più piede. Inquieta l’impennata di violenza che ha trasformato vicoli e strade del centro soprattutto in uno spietato far west in cui la guerra tra bande non risparmia neppure i ragazzini, simbolo, ha detto lo stesso De Magistris della «frantumazione dei riferimenti criminali di un tempo. In molte zone – ha infatti aggiunto il sindaco – è venuto meno il potere da parte delle famiglie camorristiche: ma a questo, che è un fatto positivo, corrisponde anche il dilagare di una violenza spietata tra clan e bande formate da giovani per il controllo del territorio». Un territorio sempre più militarizzato a fronte della congenita carenza, ribadita in queste ore dal sindaco, «di poliziotti e carabinieri, finanzieri e polizia municipale». Un’assenza dello Stato a Napol, abbandonata a se stessa e al dominio criminale, su cui si è espresso in queste ore il deputato di Fratelli d’Italia-An e membro della commissione parlamentare Antimafia, Marcello Taglialatela che, a sua volta, nel coro di denunce e polemiche, ha ribadito su Facebook la necessità di «Poteri speciali al questore di Napoli, ripristinare il fermo di Polizia, attivare una sezione speciale del Tribunale Penale per velocizzare i processi, cosi come avviene per i reati di tipo mafioso», perché non ci si può rassegnare «ad una città nella quale ogni giorno si spara e si uccide nelle strade e nelle piazze», dove «muoiono innocenti e colpevoli, in una indifferenza che atterrisce»…