Alfano dice: «Sull’abolizione dell’Imu avevamo ragione noi». Ma noi chi?

19 Ott 2015 11:20 - di Ginevra Sorrentino

Alfano a tutto campo dichiara su legge di stabilità, Imu e soglia di contanti spendibili: ma nel compiacersi di scelte politiche e risoluzione economiche promulgate o condivise dal suo partito, fa riferimento a un generico “noi”, a un pluralis maiestatis vago e indefenibile che, non si capisce, se e quanto possa alludere all’attuale alleanza con il Pd di Renzi, o al passato berlusconiano archiviato in nome di più discussi accordi filo governativi.

Alfano e il “pluralis maiestatis”

Evidentemente, tra emorragie di consensi esterni e ciclica fuga di transfughi intestina, Alfano ha davvero più di un problema a capire chi sta con lui e – ancor di più, sembra – a giudicare dalle ultime dichiarazioni, anche da che parte sta quel che rimane del Nuovo centrodestra di cui resta l’abbandonato leader. E allora, ai microfoni del Tg2, impegnato ad avocare a sé traguardi fiscali e obiettivi economici a suo dire raggiunti con la legge di stabilità,  il leader di Ap Angelino Alfano afferma orgogliosamente come «nella manovra» ci siano «tantissimi nostri risultati. Per esempio le polemiche che da dentro il Pd e dalla sinistra arrivano riguardo la tassa sulla casa, e l’innalzamento del limite del contante, sono la prova che abbiamo ragione noi». Ma noi chi? Noi esponenti del Nuovo centrodestra schierati con Pd e allineati a Renzi innquel di Palazzo Chigi? O noi parlamentari Ncd autori dello strappo da Forza Italia e adesso, in nome di evoluzioni partitiche più recenti,  fautori della creatura centrista di Area popolare venuta alla luce dal matrtimonio tra Ncd targato Alfano e Udc di Lorenzo Cesa?

Le dichiarazioni su Imu e contanti

«Noi  – continua ecumenicamente quanto genericamente Alfano – abbiamo chiesto di alzare da mille a tremila euro l’uso possibile del contante, e abbiamo chiesto che l’azzeramento della tassa sulla prima casa sia per tutti. E infatti da sinistra arrivano problemi su questi due argomenti. Per noi sono la ricetta giusta». «Ecco perchè  – conclude poi Alfano – anche all’interno del mio partito dico a tutti: abbiamo un lavoro da completare. Siamo sulla strada giusta, chi si vuole fermare a metà lo faccia pure, ma noi andiamo avanti fino in fondo». Resta solo da chiarire chi siano quelli pronti a sfidare consensi e accordi pur di andare fino in fondo, e con chi è previsto che si arrivi al traguardo. Al momento, infatti, il governo Renzi poggia su tre diverse tipologie di alleanze: quella tra la maggioranza e l’agguerrita minoranza dem; quella con l’Ncd di Alfano e la terza, quella con Verdini,definitia solo qualche giorno fa da il Giornale «un’alleanza a gettone per raggiungere i 15 senatori necessari per approvare la riforma costituzionale».

 

 

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