A Bologna potrebbe essere la prima volta di Berlusconi, Salvini e Meloni insieme
Se saliranno sul palco di Bologna l’8 novembre sarà la prima volta di Berlusconi, Salvini e Meloni insieme. Finalmente ci saranno foto e immagini di un centrodestra che prova a ripartire e lanciare la sfida a Renzi e Grillo. Lo farebbero in una città simbolo, in un momento in cui il Parlamento approva la legge di stabilità e i partiti sono all’affannosa ricerca di candidati a sindaco per città come Milano, Torino, Milano, Bologna, Napoli, Cagliari, forse Roma. E invece su quel palco con Matteo ci potrebbe esserci solo la Giorgia. Sono in molti dentro Fi a consigliare al Cavaliere di non accodarsi ad un’iniziativa leghista, come un ospite più o meno gradito. Senza avere concordato contenuti e messaggi da lanciare da quel palco. Cosa succederebbe se quelli di Casa Pound cominciassero a fischiare Berlusconi? Cosa dirà Salvini contro l’Europa e la Merkel dopo che il Cavaliere è andato a baciare la pantofola alla Cancelliera durante il congresso Ppe di Madrid?
Dubbi sulla presenza di Berlusconi all’evento targato Salvini e Meloni a Bologna
Per evitare sorprese – si legge su “la Stampa” – e soprattutto per evitare di mettere in scena l’incoronazione di Salvini a leader del centrodestra, è in atto un forte pressing per fermare Berlusconi che vuole comunque andare. Toti, Gasparri, Romani, Bergamini, Gelmini, Carfagna e altri consiglieri del capo temono la totale subalternità alla Lega. Salvini però non ha alcuna intenzione di concordare un bei niente. Ricorda che su quel palco non ci saranno simboli di partiti e che l’obiettivo è sintetizzato nello slogan «Liberiamoci e ripartiamo».
Lo slogan della manifestazione sarà «Liberiamoci e ripartiamo».
«Nessuno obbliga a partecipare. Se viene Berlusconi sono contento. Temo che qualcuno dei suoi rema contro la Lega e non voglia farlo venire: avevano pure organizzato un’iniziativa di Fi a Firenze lo stesso giorno», ha confidato Salvini. Il quale non intende farsi mettere la mordacchia. Cosi come non intende fare un passo indietro sulla candidatura a Bologna di Lucia Borgonzoni, consigliere regionale leghista che avrebbe «una grande capacità di muove la società civile. Mentre il candidato azzurro, Galeazze Bignami, sarebbe debole e nemmeno gradito da tutta Fi. Ecco uno dei veri motivi che potrebbe costringere Berlusconi a restare ad Arcore: l’imbarazzo di avere sul palco o in piazza due candidati del centrodestra.