Campidoglio, ecco la lotteria dei candidati. E la città resta a guardare
Frullano i nomi per il Campidoglio. La Meloni, Marchini, la Boschi. E Gentiloni e Gabrielli. Persino Veltroni e Rutelli ricicciano. E poi ci sono i grillini, col primo che passa. Tutti parlano del candidato. Tutti sono al lavoro, se lavoro si può chiamare. Del resto, è il Campidoglio. Perciò tutti che sanno. Tutti che parlano. E intanto cercano, sondano, interpellano. Il candidato sindaco è quasi un gioco di società nella Capitale. E il toto-nome comincia ad animare queste tiepide ottobrate romane. Dà pure più sapore alla matriciana o alla gricia. Evaporato Ignazio -che strazio- Marino, la politica capitolina pensa velocemente al sostituto. Mentre la città langue, sporca e ingolfata. E mentre il suo interesse per la politica decresce precipitosamente. Un benvenuto a Roma l’ha avuto già il neo commissario Tronca. Perchè sarà lui a gestire la città sino al voto. Giubileo annesso. E perciò eccolo il ricamino dell’Huffington Post al prefetto: “Quando si oppose ai matrimoni gay e il figlio si servì dell’auto dei vigili“: giusto per la puntualità. Per far capire che Roma è Roma. Ma intanto le cordate si fanno e con la velocità della luce si disfano. Perciò la sinistra renziana per evitare un bagno di sangue vorrebbe Madonna Boschi al Campidoglio. Tuttavia sa che l’impresa è ardua, così vira su un Gentiloni o un Gabrielli: usato sicuro. La destra in crisi di identità e con tante ferite ancora aperte spera nell’impegno di Giorgia Meloni, ma lei si è già sfilata. Così si acconcia – con il no deciso della leader di Fdi – ad un sostegno senza troppo impegno ad Alfio Marchini. Il quale, inseguito e conteso, dapprima sceglie di starsene zitto e, poi, sbraca concedendo interviste e pensieri a tanti. Troppi, si dirà. Infine ecco i grillini. Quelli che, a questo giro, possono chiedere banco e ottenerlo. Quelli che Beppe Grillo non possono candidarlo, anche se proprio lui sarebbe l’uomo giusto al posto giusto: altro che Petrolini–Nerone! E neppure il giovanotto Di Battista, che pure tanto volentirei ci proverebbe. Decideranno. Col Web, per chi ci crede. Alla Casaleggio Associati, per i più scafati. Roma vede e sorride. Sono solo i primi fuochi. Ma una chiara indicazione di cosa potrà accadere nei prossimi mesi. Sorrisi e veleni come fossero ostriche e champagne. Nella migliore tradizione della città. Che essendo Eterna se ne infischia assai bellamente. E si prepara a gustarsi ogni minuto della sfida che produrrà a maggio il nuovo inquilino del Campidoglio.