Chiusa l’indagine della Procura su Alemanno: cade l’accusa di mafia
La Procura di Roma ha notificato all’ex sindaco Gianni Alemanno un avviso di chiusura indagine, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, nell’ambito dell’inchiesta su Mafia Capitale. Il provvedimento è stato firmato dal procuratore Giuseppe Pignatone, dall’aggiunto Michele Prestipino e dai sostituti Paolo Ielo, Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini. Il dato più rilevante è che cade l’accusa di associazione di stampo mafioso. A rimanere in piedi sono solo le accuse di corruzione e illecito finanziamento Ad Alemanno si contesta di aver ricevuto somme di danaro, in gran parte attraverso la fondazione Nuova Italia da lui presieduta, per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio. Secondo l’accusa le somme percepite sarebbero state erogate da Salvatore Buzzi, ras delle cooperative, in accordo con Massimo Carminati. Ecco la dichiarazione di Alemanno a commento della chiusura dell’inchiesta: “L’avviso di conclusione delle indagini preliminari che mi è stato notificato oggi dalla Procura della Repubblica non contiene più i reati previsti dall’articolo 416 bis del codice penale, ovvero l’associazione a delinquere di stampo mafioso. Dopo dieci mesi finalmente sono stato liberato dall’accusa infamante di essere partecipe di un’associazione mafiosa. Per me è la fine di un incubo. Rimane la possibilità di una richiesta di rinvio a giudizio per reati di corruzione e finanziamento illecito, accuse che io respingo e da cui mi difenderò in ogni modo, convinto che la Magistratura mi darà giustizia con la stessa onestà intellettuale con cui oggi ha archiviato per me l’ipotesi di reato di associazione a delinquere di stampo mafioso”.