Donald Trump scuote l’America: «Siamo nelle mani di gente stupida»
“Siamo nelle mani di gente stupida“, gli diceva sempre suo padre. E Donald Trump non l’ha mai dimenticata quella frase. A tal punto da farne il leitmotiv della sua prorompente campagna elettorale per la nomination repubblicana a presidente degli Stati Uniti d’America. Intervistato dalla rivista cult Rolling Stone Donald Trump ha confermato di essere il candidato dirompente che anche gli stessi repubblicani cominciano a temere. Uno che parla un linguaggio semplice e diretto e che va subito al cuore della questione: “Ho creato una rete di imprese che vale 10 miliardi di dollari. Sono un uomo di affari di primo livello. Riprendiamoci il lavoro, strappiamolo via alla Cina, al Giappone e al Messico. Prendete la Cina: le dobbiamo 1,4 trilioni di dollari, perché siamo governati da persone che non hanno idea di quello che stanno facendo. Onestamente penso che siamo nelle mani di gente stupida”. Eccolo emergere in tutta la sua forza comunicativa. Ecco il cuore della sua campagna elettorale: americani datemi ascolto, questi politici sono deboli. Messaggio chiaro. Di rottura. Di cambiamento vero. Altro che il Change di Obama. Per cambiare davvero bisogna dire pane al pane. Equesto sino ad oggi sempre più americani mostrano di apprezzarlo. Così come apprezzano il fatto che Donald Trump ci metta del suo. Quasi tutte le risorse sono del suo portafoglio. I contributi e le donazioni sono pochi spiccioli. Nè potrebbe essere diversamente viste le sue denuncie, un giorno sì e l’altro pure, contro fondi di investimento e lobbisti. Certo è che non è un fesso Donal Trump. Anzi. In politica estera mostra un sano pragmatismo: ”Assad è un despota, – spiega – ma guardate cosa è successo quando abbiamo abbattuto Saddam e Gheddafi”. E sul versante interno fa innervosire i repubblicani con l’annuncio di voler tassare di più i ricchi e spendere di più per la sanità.