L’alunno gay del Papa contro padre Charamsa: «Il suo outing ci danneggia»
«Il coming out di monsignor Charamsa non è stato molto appropriato. È stata sbagliata la tempistica ed è stato sbagliato il modo in cui ha scelto di farlo. Penso che non abbia fatto alcun favore né alla causa degli omosessuali né a Papa Francesco. Mi sembra più che altro qualcuno che sta cercando di attirare l’attenzione dei media». A dirlo, in un’intervista a Repubblica, è Yayo Grassi, gay dichiarato, che ha conosciuto Bergoglio cinquant’anni fa, quando l’allora cardinale insegnava letteratura e psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fe, e che è stato ricevuto in privato dal Papa in Usa il 23 settembre scorso insieme al suo partner. «Parlare di omosessualità in questo momento serve solo a distrarre la gente dagli altri temi importanti sollevati da Bergoglio: l’ambiente, la famiglia, la povertà, condividere quello che abbiamo con chi non ha niente», afferma Grassi. «Sono ateo ma rispetto la religione. L’aver sentito dire al Papa “Chi sono io per giudicare un gay?” mi ha dato molta speranza. Non la speranza che la Chiesa cambi il suo punto di vista, ma che qualcuno come Papa Francesco cerchi di rompere la regola della Chiesa che esclude i gay dalla comunione».
La confessione del vescovo Charamsa
Voglio che la Chiesa e la mia comunità sappiano chi sono: un sacerdote omosessuale, felice e orgoglioso della propria identità. Sono pronto a pagarne le conseguenze, ma è il momento che la Chiesa apra gli occhi di fronte ai gay credenti e capisca che la soluzione che propone loro, l’astinenza totale dalla vita d’amore, è disumana». Monsignor Krzysztof Charamsa, 43 anni, polacco da 17 anni residente a Roma, lo dice con un sorriso serio e pacato. Non è un sacerdote qualunque: ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede dal 2003, è segretario aggiunto della Commissione Teologica Internazionale vaticana e insegna teologia alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum a Roma. Mai prima d’ora un religioso con un ruolo attivo in Vaticano aveva fatto una dichiarazione del genere. Oggi monsignor Charamsa sarà a Roma alla prima assemblea internazionale dei cattolici lgbt organizzata dal Global Network of Rainbow Catholics alla vigilia del Sinodo sulla famiglia, per sostenere il dialogo sui gay cattolici.