L’eredità di Marino: restano in Campidoglio cento corrotti da Buzzi

16 Ott 2015 8:46 - di Redazione

I fnzionari, i dirigenti gli impiegati sospettati di aver avuto, se non addirittura di avere ancora, rapporti con il malaffare restano al loro posto. Almeno sino a quando i magistrati non avranno elementi certi per passare all’azione. Per ora c’è soltanto una lista segreta di cento nomi, contenuta in un file a disposizione del prefetto Marilisa Magno, l’unica a conscere l’elenco che fa tremare la Capitale. A rivelame l’esistenza è il settimanale L’Espresso, in edicola oggi, che m lungo articolo di Lirio Abbate accende i riflettori su quella che viene definita «l’eterna cricca».

I funzionari comunali collusi con Mafia Capitale sono ancora al loro posto

La relazione segreta – scrive “Libero” – confezionata dal prefetto Marilisa Magno, e anticipata dell’Espresso, riporta nomi, qualifiche e incarichi di cento tra funzionari e dipendenti del Comune di Roma che costituiscono «il milieu di amministratori efunzionari pubblici che sono stati funzionali al disegni di infiltrazione di mafia Capitale». Si fratta di impiegati, dirigenti, capi dei dipartimenti, molti dei quali parti in causa del sistema criminale messo In piedi da Salvatore Buzzi e Massimo Carminati.

E scoppia il caso dei rimborsi gonfiati per le assenze dal lavoro dei consiglieri nel cuore del cuore della Capitale.

Non solo le maxi cene di Marino. A pesare sulle casse del Campidoglio ci sarebbero anche i super rimborsi concessi alle aziende, private e pubbliche, per le assenze dei lavoro dei dipendenti impegnati in Consiglio comunale in quanto eletti. La denuncia di mancate rendicontazioni e incongruità tra assenze, impegno lavorativo e cifra erogata dal Comune, sono denunciate dal Segretariato del Campidoglio. ca in cui è assunta Imma Battaglia (Sel) che in soli tre mesi è costata al Comune, tra ottobre e dicembre 2013, oltre 27mila euro; o di quella di Massimo Caprari che a luglio 2014 ottiene 7.497,56 euro di rimborsi; mentre per la consigliera dem Valentina Grippo il datore di lavoro richiede 6.004,14 euro a giugno 2014 e altri 29.714, 92 se ne vanno nel primo semestre 2015 per remunerare l’azienda dove lavora il democratico Orlando Corsetti. In compagnia di altri consiglieri, di tutti gli schieramenti, che viaggiano da poche centinaia di euro di rimborsi fino a cifre quasi fuori mercato anche per prestigiosi manager in tempi di crisi. Conclusione: sarebbe interessante vedere pubblicate anche queste rendicontazioni costate migliaia di euro ai cittadini romani. Assieme agli scontrini di Marino

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