«Marino bugiardo scelto da lobby». E lui querela Paolo Liguori (VIDEO)
Ignazio Marino fu eletto sindaco di Roma da “una lobby del Pd composta da indagati” fra cui Salvatore Buzzi e Casamonica. Per questo commento il giornalista Paolo Liguori, direttore editoriale New media Mediaset rischia la querela da parte dello stesso Marino. Lo annuncia in una nota l’ufficio stampa del dimissionario sindaco di Roma. Liguro ha pubblicamente sostenuto, durante la puntata del 6 ottobre 2015 del programma di La7, L’aria Che Tira, che l’elezione di Marino sarebbe arrivata anche con voti procacciati dalla famiglia Casamonica e da Salvatore Buzzi, implicati in processi di mafia. In collegamento con lo studio, Liguori, interpellato sulla vicenda del sindaco di Roma e sullo scandalo delle ricevute aveva detto: «Marino è arrivato in una maniera incredibile. Non era il candidato del Pd, ma era il candidato di una lobby che agiva dentro il Pd. Il responsabile principale era Bettini, i procacciatori di voti erano i Buzzi e i Casamonica». «I gruppi organizzati nelle primarie la fanno da padroni. Ed è stato eletto in questa maniera, sicuramente inconsapevole. Non è disonesto, ma sicuramente un bugiardo. Racconta una serie di palle, sulle cene, sulla Panda rossa, sulle multe. L’analogo di Marino è il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta».
Paolo Liguori, ultimo bersaglio della giunta Marino
La strategia della querela e della minaccia di querela è stata una costante dell’amministrazione Marino. Nel febbraio dello scorso anno, quando la giunta guidata dal chirurgo genovese godeva ancora di buona salute, fece scalpore la minaccia di querela del capo ufficio stampa del sindaco, Marco Girella. Il bersaglio, in quel caso, era stato il capogruppo della Lista Marchini Alessandro Onorato. «Il capo ufficio stampa del sindaco è pagato a peso d’oro e annuncia querela affinché nessuno lo sappia», aveva denunciato Onorato, citando la delibera di Giunta che prevedeva «una spesa di 170.787,53 euro». «Onorato gioca sull’equivoco per alimentare rabbia sociale. Io prendo 57 mila euro l’anno di stipendio netto in busta paga», aveva replicato Girella minacciando la querela. In quel caso esponenti del Pd si schierarono con l’avversario politico e contro lo spin doctor di Marino. «È bizzarro che Girella, che per lavoro fa il comunicatore politico, trovi come unico strumento per comunicare quello della diffida», fu il commento dell’esponente Pd, Fabrizio Panecaldo, coordinatore della maggioranza. Ora la nuova querela contro Paolo Liguori, ultimi colpi della giunta Marino.