Mosca: «Gli Usa hanno bombardato i deserti, noi i terroristi dell’Isis…»

13 Ott 2015 16:51 - di Giovanni Trotta

«Gli Stati Uniti per un anno hanno bombardato il deserto anziché i terroristi», ha detto il presidente della commissione Esteri della Duma, replicando alle critiche americane secondo cui Mosca avrebbe colpito una zona dove c’erano «pochi combattenti dell’Isis». Non si attenua la polemica da Guerra Fredda tra Washington e Mosca, laddove la prima si vede sottratta la leadership della guerra al terrore e contestualmente vede emergere i molti errori compiuto dai numerosi bombardamenti a stelle e strisce. Mosca sta colpendo i terroristi in Siria con rara efficienza, non facendo distinzione tra Isis e non Isis. Le proteste americane confermano davanti al mondo che il Pentagono ha armato e sostenuto frange di terroristi anti-Assad, come ad esempio i fondamentalisti di al Nusra, notoriamente affiliato ad al Qaeda. E non lo dice Mosca, ma uno dei più attendibili quotidiani statunitensi: gli Usa infatti starebbero fornendo ai ribelli siriani anti-Assad numerosi missili anticarro, forniture massicce come mai accaduto finora, dice il New York Times, citando alcuni capi dei gruppi che combattono il regime di Damasco. La fornitura di missili sarebbe ripresa e si sarebbe intensificata rispetto al passato dopo l’inizio dei raid russi in Siria. Missili anticarro made in Usa sono cominciati ad arrivare già nel 2013 – spiega il Nyt – attraverso un programma segreto portato avanti da Stati Uniti, Arabia Saudita e altri alleati, per aiutare alcuni gruppi anti-Assad controllati ed addestrati dalla Cia. Ora il flusso sarebbe ripreso in maniera massiccia, con la tacita approvazione degli Usa. I missili del tipo Tow, infatti, insieme a pick-up corazzati verrebbero consegnati sul campo non direttamente dagli americani ma da loro “alleati”. Da parte sua il presidente russo Vladimir Putin attacca la nuova strategia Usa di aumentare la fornitura di armi ai ribelli in Siria, temendo che possano finire nelle mani dell’Isis. «È stato riportato ora che con gli aerei sono forniti munizioni ed equipaggiamento all’esercito siriano libero, ma dov’è questo “esercito siriano libero”? Non finirà tutto questo, come è successo nel corso dell’addestramento del personale militare, nelle mani dell’Isis? Dove sono le garanzie?», ha chiesto il presidente russo durante un forum di investimenti a Mosca.

Mosca critica gli aiuti americani a gruppi fondamentalisti siriani

E i primi effetti dell’intervento russo si vedono: poche ore fa c’è stato un attacco all’ambasciata russa a Damasco, che secondo Mosca punta a spaventare i sostenitori della lotta al terrorismo. Lo ha detto il capo della diplomazia di Mosca, Serghiei Lavrov, aggiungendo che la Russia spera che i colpevoli saranno identificati e saranno prese misure per evitare incidenti del genere in futuro. E a proposito degli interventi aerei sulla SIria, si apprende che la Russia ha proposto agli Usa un incontro ad alto livello politico e militare a Mosca sulla questione. Lo ha detto Putin aggiungendo che la Russia è pronta a «mandare una grande delegazione a Washington» con a capo il premier Dmitri Medvedev ma che finora non ha ricevuto risposta. Putin ha fornito dei dati, sottolineanche che la Russia non ambisce alla leadership in Siria ma «a dare un contributo alla lotta al terrorismo, che è un pericolo per gli Usa, per la Russia, per i Paesi europei e per tutto il mondo». Comunque, le forze aeree russe hanno compiuto nelle ultime ore in Siria 88 uscite contro 86 obiettivi dell’Isis, riferisce Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa, secondo cui gli attacchi hanno riguardato le province di Raqqa, Hama, Latakia, Idlib e Aleppo. Ma gli Stati Uniti non hanno fornito alla Russia informazioni né in merito alle strutture terroristiche sul territorio della Siria né sui siti che non devono essere bombardati. Lo ha detto ancora Putin: «Abbiamo chiesto agli Usa di darci gli obiettivi che loro considerano al 100% di terroristi. Ma la loro risposta è stata: no, non siamo pronti. Poi abbiamo pensato e fatto un’altra domanda: potreste dirci dove non dobbiamo bombardare? Non c’è stata alcuna risposta». Infine, i servizi russi hanno individuato in 77 regioni russe e 6 Stati oltre 4000 persone sospettate di essere coinvolte nel finanziamento di organizzazione terroristiche internazionali. Lo rende noto Aleksandr Borntnikov, capo dei segreti segreti (Fsb), che hanno indagato insieme al ministero degli interni e al servizio di monitoraggio finanziario. Bortnikov ha aggiunto che sono state rinviate a giudizio 832 persone accusate di essere implicate in attività di organizzazioni terroristiche operanti in Siria.

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