Scandalo all’Onu: in manette per tangenti l’ex presidente Ashe
L’ex presidente dell’Assemblea Generale dell’Onu, John Ashe, è stato arrestato in relazione all’indagine avviate dalle autorità Usa sulle presunte tangenti pagate a funzionari dell’Onu per sostenere progetti immobiliari a Macao. Ashe – che ha ricoperto l’incarico all’Onu dal settembre 2013 al settembre 2014 – è stato arrestato nella sua casa nello stato di New York. In cambio del denaro, affermano i procuratori federali, Ashe – 61 anni – avrebbe usato la sua posizione di Rappresentante Permanente di Antigua e Barbuda presso le Nazioni Unite e poi di presidente dell’Assemblea Generale per introdurre un documento a sostegno di un progetto immobiliare del magnate cinese Ng Lap Seng. Secondo gli inquirenti, una parte delle tangenti sono state utilizzate per pagare le vacanze di Ashe e della famiglia e per costruire un campo da basket nella sua casa di Dobbs Ferry, a New York. Ashe, che in precedenza è stato rappresentante permanente di Antigua e Barbuda al Palazzo di Vetro, prima della fine del suo incarico era stato sollecitato a fare da mediatore per la vicenda dei marò, ma pilatescamente si era astenuto dal prendere posizione. il veterano diplomatico di Antigua e Barbuda aveva fatto visita al governo indiano nel marzo del 2014, ma se ne era andato senza toccare il tema con i rappresentanti di Nuova Dehli.
«Ban Ki Moon turbato, sconvolgente per l’Onu»
«La corruzione alle Nazioni Unite non è “business as usual”», ha detto il portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric, commentando l’arresto di Ashe. Dujarric ha aggiunto che il segretario generale dell’Onu, Ban ki-moon, «è scioccato e profondamente turbato» per l’arresto di Ashe. «Le accuse vanno al cuore dell’integrità dell’Onu», ha aggiunto. Dujarric ha poi precisato che «nelle ricerche fatte finora non abbiamo trovato nessun documento» che riguardi Ashe e il progetto immobiliare a Macao a cui fanno riferimento le autorità americane.