Senato, sì alla riformicchia: le opposizioni lasciano l’aula per protesta
In un’aula mezza vuota, con le opposizioni che hanno scelto di lasciare soli quei pezzi di maggioranza di sinistra e di centro che si sono saldati intorno alla riformicchia Boschi, è arrivato lo scontato via libera del Senato al ddl sulle riforme costituzionali, con 179 sì, 16 voti contrari e 7 astenuti. Il testo ora passa alla Camera per la quarta lettura. Alla faccia delle larghe intese, tanto invocate dal Quirinale quando governava il centrodestra, hanno votato a favore solo i partiti di maggioranza (più i verdiniani, non determinanti, comunque) mentre le opposizioni (M5s, Lega, Forza Italia, Sel) non hanno partecipato al voto.
I numeri, tra dissidenti e contestatori
Anche il Pd ha fatto registrare i suoi “dissidenti”: hanno votato contro Walter Tocci, Corradino Mineo mentre in Forza Italia due senatori, Bernabò Bocca e Riccardo Villari, hanno detto sì alla riforma, in dissenso dal gruppo. Astenuti, invece, i senatori tosiani, così come la senatrice a vita Cattaneo. Riassumendo i numeri, al risultato finale, leggendo i tabulati della votazione, ci si arriva sommando i 173 previsti della maggioranza (112 del Pd perché Grasso non vota; 17 del gruppo Autonomie; 35 di Ncd, 3 di Gal e 6 del Misto) ai quali vanno tolti però 3 di Ncd che non hanno votato (Compagna, Azzollini, Giovanardi), 2 del Pd che hanno votato contro (Tocci e Mineo), 2 che si sono astenuti (Casson e Tronti) e 2 del Misto che non hanno votato (Monti e Maurizio Rossi di Liguria Civica). Per un totale di 164. A questi si devono aggiungere i 13 di Verdini (si arriva così a 177) e i due di FI (Bocca e Villari).
Un clima bollente in aula
In aula non sono mancate le polemoche e le contestazioni, come quando ha preso la parola l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: a quel punto i senatori M5s e quelli del gruppo Fi si sono alzati e hanno lasciato l’aula. Anche i senatori della Lega, dopo l’intervento di Roberto Calderoli, avevano lasciato l’emiciclo di Palazzo Madama con il volume dell’attuale Costituzione tra le mani. Calderoli nella destra aveva anche una bottiglietta di olio di ricino: “Questo è il nostro futuro”, ha detto.
Senato, le opposizioni contestano la riforma nel merito
«Forza Italia ha deciso di non partecipare al voto, rimanendo nell’emiciclo ma scendendo dai banchi, per dare un segnale evidente rispetto a queste riforme di Renzi. La Costituzione italiana si caratterizzava per un sistema di pesi e contrappesi che, con l’accoppiata legge elettorale-riforma costituzionale, viene di fatto meno» ha detto il senatore e capogruppo di Forza Italia in Commissione Bilancio, Andrea Mandelli. «L’Italia oggi è un Paese meno democratico, oggi si è compiuto un ulteriore passo verso l’implementazione di un regime, con un voto incostituzionale e moralmente riprovevole, nato com’è sulla base di un trasloco spudorato di senatori che hanno tradito il loro patto con gli elettori», ha commentato il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta.