Sigonella 30 anni dopo: un film ricorda lo scatto d’orgoglio dell’Italia di Craxi

6 Ott 2015 16:26 - di Niccolo Silvestri

Sette ottobre 1985 – 7 ottobre 2015: Sigonella trent’anni dopo. Una notte drammatica che segnò il punto più basso nei rapporti italo-americani dalla fine del secondo conflitto mondiale. Una notte che rischiò in pochi minuti di cancellare un quarantennio di rapporti privilegiati, in ambito Nato, tra Roma e Washington. Tra Italia e Usa si rischiò la rottura e solo la considerazione della speciale considerazione che il nostro Paese gode Oltreatlantico evitò un escalation militare. Ma se gli americani sono abituati alle imprese dei loro leggendari marines e conoscono bene concetti come orgoglio e interesse nazionale, gli italiani hanno dato sovente l’impressione di esserne poco attratti.

Sigonella segnò il punto più basso nei rapporti Italia-Usa

Non quella notte, però, quando l’ordine di Bettino Craxi di far circondare i soldati americani che a loro volta avevano i fucili puntati alle spalle dei nostri carabinieri riaccese l’Italia di passione e di orgoglio. Erano tutti lì – marines e carabinieri -, nella base di Sigonella per arrestare i terroristi palestinesi che avevano sequestrato la nave “Achille Lauro“, minacciato i passeggeri e ucciso e buttato in mare uno di loro, l’ebreo americano Leo Klinghoffer, costretto alla sedia a rotelle dalla sua paraplegia. Ne era nato un caso internazionale complicatissimo che coinvolse tutti i Paesi del Mediterraneo e, naturalmente, gli Usa, allora guidati da un decisionista della tempra di Ronald Reagan. La crisi fu innescata dal fatto che gli americani volevano catturare i terroristi (ma a bordo dell’aereo c’erano anche i mediatori, tra cui il non ancora noto Abu Abbas, garantiti dal governo egiziano) perché ad essere ucciso era stato un loro connazionale mentre Roma riteneva (giustamente) che spettasse ai carabinieri prelevarli dal momento che il tutto era avvenuto su una nave italiana equiparata dal diritto internazionale al suolo italiano. Una diversa decisione ci avrebbe fatto apparire agli occhi del mondo non più come alleato leale ma come colonia. Craxi lo capì e agì di conseguenza.

Stefani Craxi: «Da mio padre lungimiranza politica»

Giusto quindi rendergliene pubblicamente atto dando la giusta rilevanza al 30esimo anniversario di quei drammatici eventi. È quanto farà la Fondazione Craxi attraverso la presentazione presso il cinema The Space Moderno di Roma – il docufilm “La notte di Sigonella” con le testimonianze di tutti i protagonisti di quella delicata vicenda politico-diplomatica come Giuliano Amato, Michael Leeden, Nemer Hammad ed altri ancora. Ad anticiparne i contenuti è Stefania Craxi. «Sarà un momento – ha spiegato la figlia dello statista scomparso – per ricordare una pagina condivisa della nostra storia repubblicana. Sigonella – ha proseguito la Craxi – resta impressa nella memoria come una storia di coraggio e di orgoglio nazionale ma anche di umanità, coerenza e lungimiranza politica».

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