Allarme per il canone Rai: alla fine pagheremo più di quel che dice Renzi
Una volta recuperata l’evasione, il prezzo vero del Canone Rai, dovrebbe scendere a 77 euro o salire, se si vuole considerare uno zoccolo duro del 7% di evasori, a 83 euro. E’ quanto calcola l‘Unione Consumatori che lancia anche un ‘allarme caos’ legato alla concreta applicazione del nuovo Canone: dalla difficoltà a distinguere tra prime e seconde case, alla rateizzazione che potrebbe far duplicare il pagamento a molti, fino alla complessità del caso in cui l’abbonamento sia intestato al marito e la bolletta elettrica alla moglie. Per l’Unione consumatori, che ha realizzato uno studio sulle novità introdotte dalla legge di Stabilità, e’ ”troppo elevato il canone Rai a 100 euro”. I tecnici dell’associazione hanno fatto varie stime che, non concordano con quelle finora pubblicate. La più realistica parte dai dati Istat secondo i quali il numero di famiglie che posseggono almeno un televisore sono 24 milioni 199 mila. Comparando con gli attuali abbonati indicati nella relazione tecnica alla legge di Stabilità pari a 16,5 milioni, l’importo del canone dovrebbe essere di 77 euro. Considerando invece uno ”zoccolo duro” del 7% di evasori che rimarranno anche dopo le nuove norme, il costo dell’abbonamento dovrebbe attestarsi a 83 euro. Per i consumatori, quindi, lo sconto di 13,5 euro l’anno, che porta il canone a 100 euro non è sufficiente. Bisognerebbe ridurre il costo di ulteriori 23 euro (o 17 euro se si considerano ancora un 7% di morosi). Anche considerando i soli dati della nota tecnica della Legge di Stabilità il canone dovrebbe scendere a 82,5 euro (o a 90,5 euro considerando il 7% di morosi renitenti) “Il Governo dica chiaramente – afferma il segretario dell’Unione Nazionale Consumatori – che intende aumentare il gettito complessivo del canone”. Dona considera ”iniqua” la scelta perche’ ”il canone è uguale per tutti” pur condividendo la scelta di portare da 6.500 a 8.000 euro la soglia di esenzione per gli over75. Ma a preoccupare i consumatori sono soprattutto i problemi applicativi, che al momento appaiono insormontabili. Prima di tutto c’e’ il nodo prima-seconda casa, difficile da sciogliere.
Canone Rai, preoccupa anche il sistema rateale
”Problemi sorgeranno per chi paga la tariffa D3, che viene applicata sia ai contratti stipulati nelle abitazioni di residenza con impegno di potenza superiore a 3 kW sia a quelli stipulati per le abitazioni non di residenza, che il canone Rai, invece, non devono pagarlo”, spiegano i consumatori. ”Le società elettriche – sostiene Dona – dovrebbero distinguere i due casi, ma visto che non sanno nemmeno inviare le bollette della luce, come dimostra l’apertura dell’istruttoria dell’Antitrust proprio su questo argomento, dubitiamo siano così brave nel farlo”. C’e’ poi il problema dell’intestazione differente del canone Rai e della bolletta della luce, molto frequente. “Problemi sorgeranno anche nel caso in cui l’intestatario del contratto di fornitura elettrica sia diverso da chi fino ad oggi ha pagato il canone Rai – affermano i consumatori – Un classico è la moglie che paga la bolletta della luce ed il marito l’abbonamento alla tv. Il rischio, molto forte, è che alla moglie sia chiesto il pagamento del canone già pagato dal marito, oppure che la moglie paghi, ed il marito, vecchio abbonato, sia considerato un evasore”. Rimedi potrebbero arrivare togliendo l’obbligo che il pagamento sia dovuto da chi è in possesso dell’apparecchio o coinvolgendo i comune nella lotta all’evasione ”considerato che le antenne sui tetti sono un indicatore di possesso”. Ma a preoccupare i consumatori è anche il meccanismo rateale. La legge prevede dieci rate da applicare su bollettini bimestrali (quindi sei in un anno). ”Il pagamento in 10 rate – sostiene Massimiliano Dona – pericoloso, perché aumenta il rischio che il consumatore non si accorga nemmeno del pagamento del canone, non notando l’aumento anomalo della bolletta. Così finirà per pagare, anche se il televisore non ce l’ha o il pagamento è già stato fatto da altri componenti della famiglia. Chiediamo, quindi, che le 10 rate siano possibili sono a fronte di una richiesta del consumatore. Una facoltà, non la regola”.