Belgio, scuole difese dai militari. Il ministro Giannini: «In Italia non serve»
I soldati armati, a Bruxelles, continuano a pattugliare le strade della capitale belga che, dopo 4 giorni di blocco, hanno riaperto le scuole e gran parte delle metropolitane. A protezione delle scuole sono stati schierati 300 agenti addizionali, alcuni dei quali hanno osservato i genitori dei bambini che lasciavano i bambini agli ingressi. Circa la metà delle stazioni della metropolitana è stata riaperta, per la maggior parte in centro, e 200 soldati sono stati assegnati alla loro protezione.
In Italia nessuna misura eccezionale per le scuole
«A oggi non ci sono motivi che inducano il governo italiano a prendere, sul piano della sicurezza materiale e individuale, scuola per scuola, provvedimenti eccezionali». Così ha risposto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ai cronisti che le chiedevano se ci saranno presidi delle forze dell’ordine fuori dalle scuole contro il rischio terrorismo. «Il Belgio – ha puntualizzato il ministro a margine di un incontro al Csm – l’ha fatto perché le condizioni lì sono altre, la Francia ha sconsigliato le gite scolastiche in Francia ai francesi e non, perché in quei giorni, fino a domenica, c’era un’azione investigativa in corso e poteva essere disturbata. Nel nostro caso la sicurezza si svolge su altri fronti, il presidente del consiglio ha dato un messaggio molto chiaro. Sicurezza ed educazione sono due strumenti che vanno parallelamente. Quello dell’educazione e della cultura, dal nostro punto di vista, è quello più potente. Abbiamo portato al Consiglio dei ministri dell’Istruzione a Bruxelles – ha concluso – una proposta precisa di strutturare un curriculum comune a livello europeo che abbia come tema l’educazione alla cittadinanza europea».