Berlusconi ribadisce: «Non c’è nessun appiattimento di Forza Italia su nessuno»
Silvio Berlusconi, in una intervista al Gazzettino, ripete che il suo partito non è a traino leghista. Tant’è, ammettendo differenze «tra noi», il trio di centrodestra (c’è anche Fratelli d’Italia), lavora insieme e su molti punti «siamo d’accordo». Ovviamente, il suo ritorno in campo «vale il 20%». E il Veneto è parte integrante del rilancio della coalizione. Non a caso, il leader azzurro chiude domani una due giorni organizzata a Mogliano dall’eurogruppo di Forza Italia.
«Non c’è nessun appiattimento di Forza Italia su nessuno». Un «nessuno» che sta per Lega.
In Veneto più che altrove, nel centrodestra, la leadership della Lega sembra incontrastabile. Sarà la Lega ad esprimere il prossimo candidato premier? O, come dimostra la sua idea di lanciare Mario Draghi, lei ritiene sia più giusto puntare su nomi con un profilo diverso, più moderato? «Noi, come forze politiche responsabili, abbiamo cominciato a confrontarci sui programmi. E per “noi” intendo Fi, Lega e Fratelli d’Italia, che solo insieme possono superare ü 40% e vincere al primo turno le prossime elezioni nazionali. Come lei sa, negli ultimi due anni il sottoscritto è stato impedito dal partecipare alla vita pubblica e al dibattito sui media. Adesso, però, sono tornato in campo e sono sicuro che il mio impegno riporterà Forza Italia oltre il 20%. Solo allora potremo parlare di leadership del centrodestra».
Berlusconi invoca l’unità, ricreatasi a Bologna
«Il centrodestra si è ricompattato a Bologna e in Parlamento: i gruppi parlamentari di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia stanno lavorando di concerto per modificare la legge di stabilità. Non c’è nessuno che traina e nessuno che è trainato: ci muoviamo all’unisono nella stessa direzione». Quali sono sul piano del programma e delle proposte le maggiori differenze tra voi e la Lega? «Ovviamente esistono tra noi delle differenze, altrimenti saremmo un unico movimento. Ma, senza operare alcuna “reductio ad unum”, stiamo lavorando ad un programma comune basato sul buonsenso. Nel mio intervento a Bologna ho sintetizzato i punti del programma su cui esiste già un accordo, come la flat tax, la revisione delle regole europee e una diversa gestione del fenomeno migratorio, meno retorica e più efficace».