“Effetto Parigi” sui rapporti tra Mosca e Kiev: Putin apre sul debito
Un segnale di distensione tra Mosca e Kiev arriva dal G20. In un summit totalmente condizionato dai temi del terrorismo, il Cremlino annuncia di aver presentato una proposta per risolvere la questione del credito che vanta con l’Ucraina. E, considerato il contesto, è probabile che i fatti di Parigi abbiano avuto un peso: Mosca potrebbe aver voluto smussare i motivi di tensione con l’Occidente, per togliere ostacoli alla cooperazione anti-terrorismo. Lo stesso presidente Vladimir Putin, del resto, ha spiegato che un anno fa «le relazioni erano più tese rispetto a oggi, ma la vita va avanti, tutto cambia, appaiono nuovi problemi, nuove minacce, nuove sfide, che è difficile affrontare da soli per chiunque, e bisogna unirsi».
La proposta di Mosca a Kiev
«Abbiamo fatto, secondo me, una proposta inaspettata ai nostri partner: non solo abbiamo acconsentito a ristrutturare il debito ucraino, ma abbiamo anche offerto condizioni migliori di quelle richieste dal Fmi», ha detto Putin. La proposta del Cremlino prevede di rinviare il rimborso del debito di tre miliardi di dollari e di spalmarlo nel prossimo triennio, pagando quindi un miliardo di dollari l’anno dal 2016 al 2018. «Ci avevano chiesto di spostare la scadenza del pagamento dei tre miliardi di dollari all’anno seguente, ho detto che siamo pronti a una ristrutturazione anche più profonda: anche a non ricevere nulla quest’anno, ricevere un miliardo nel 2016, ancora un miliardo nel 2017 e ancora un altro miliardo nel 2018», ha sottolineato ancora Putin, che a margine del summit di Antalya ha incontrato il direttore operativo del Fmi, Christine Lagarde.
Un debito di 15 miliardi di dollari
A fronte di queste aperture, però, Putin ha anche fatto sapere di attendersi dall’Occidente delle garanzie sul debito, che complessivamente ammonta a 15 miliardi di euro e che fu contratto da Kiev ai tempi dell’allora presidente filorusso Viktor Ianukovic, dopo la frenata sull’accordo di associazione con l’Ue che scatenò poi la protesta di Maidan. I tre miliardi di dollari che Mosca ha deciso di spalmare sul prossimo triennio rappresentano la prima tranche di restituzione.