Giorgia Meloni: «L’idea della destra? Gli italiani prima di tutto e tutti»
Dopo la manifestazione di Bologna, la ritrovata unità del centrodestra è l’elemento che più caratterizza il dibattito politico di quesi giorni. E non ha certo senso chiedersi se a quella piazza possa o no esssere applicata l’etichetta di “moderata”. Ci pensa Giorgia Meloni, intervistata a Di Martedì su La7, a dissolvere questo equivoco. «Il voto moderato? Non so se ci sia ancora in Italia, perché la gente, anche quella che chiamiamo moderata, è abbastanza arrabbiata. Della Le Pen mi piace una cosa, la Le Pen si rende conto che oggi in Europa lo scontro non è tanto tra destra e sinistra, tra ideologie, ma tra il basso e l’alto, tra i diritti dei molti e gli interessi dei pochi. Quello che alcuni chiamano populismo è in realtà stare con i diritti dei molti e invece avere responsabilità di governo oggi come viene interpretato in molti Paesi è difendere gli interessi dei pochi. L’idea che ho io oggi di destra è che gli italiani vengono prima di tutto e di tutti. Il contrario di quello che fa il governo».
Secondo la Meloni «non è vero che Renzi sta realizzando il programma del centrodestra perché le parole d’ordine del centrodestra erano meno Stato, meno spese, meno tasse. Nel programma di Renzi meno spesa non c’è, meno tasse temo neanche perché Renzi taglia alcune tasse introdotte sempre dal Pd. Sta al governo da 4 anni. Hanno messo le tasse sulla prima casa e adesso le levano, hanno messo l’Imu sui terreni agricoli e adesso la levano, hanno messo loro il tetto al contante sui 1.000 euro, adesso lo alzano a 3.000».«Lo scorso anno – aggiunge Meloni – il governo Renzi ha aumentato la tassazione sulle partite Iva, adesso dice “È una vergogna, bisogna cambiare la legge”. Ma l’avete fatta voi! Mettono Marino poi lo sfiduciano, loro sono un po’ così. Loro fanno finta di tagliare alcune tasse, ma non tagliando la spesa le dovranno coprire mettendo altre tasse, che è quello che dicono i Comuni, che dicono le Regioni, che è un po’ diverso da quello che vorremmo fare noi».