Libia, Kobler (Onu) avverte: fare presto, l’Isis è una minaccia reale
Martin Kobler non ha dubbi: L’Isis in Libia “è la minaccia più grave”. Perciò, occorre fare presto “perché il pericolo cresce ogni giorno”. Parole severe e preoccupate quelle pronunciate dall’inviato speciale dell’Onu sulla Libia, nel corso di un forum promosso dall’agenzia ANSA. Una minaccia concreta, quella dello Stato islamico. Minaccia che insiste a pochi chilometri dalle nostre coste. “Per questo motivo sto facendo grande pressione per il raggiungimento dell’accordo” tra le parti, ha aggiunto Kobler, sottolineando che “i libici si devono unire per combattere” lo Stato islamico. Che la situazione in Libia sia problematica, del resto non lo si scopre adesso. Dalla sciagurata caduta di Gheddafi è stato un crescendo. Ed anche nelle ultime ore si sono registrati fatti di una certa gravità: un’autobomba è esplosa a Tripoli uccidendo cinque guardie del locale governo, mentre a Tobruk sono scoppiati tafferugli all’interno del parlamento che amministra la Cirenaica. Insomma la situazione è sempre più grave. E anche per questo, ha spiegato Kobler, l’Italia ha e dovrà avere un “ruolo importante” nel processo di pace in Libia perché è un Paese vicino e per la sua storia. Ma la stabilizzazione della Libia “deve essere lasciata ai libici”. È del tutto evidente, ha concluso l’inviato speciale dell’ONU, che l’accordo tra le parti libiche deve essere firmato “nei prossimi giorni, non settimane”. Perché “ogni giorno che passa è un giorno perso”, ha aggiunto: “Sono stato in questi giorni a Tripoli e Tobruk” nella speranza, ha concluso Kobler, che “votino sì ad un accordo, che non sarà modificato”.