Marchini snobba Forza Italia: “Silvio mi vuole? Corro con il mio simbolo”
L’uomo del giorno, il personaggio chiave della decadenza di Ignazio Marino, con le dimissioni di 26 consiglieri comunali, passa il day after nel relax familiare: la casa sul lago Trasimeno, tre dei cinque figli intorno, i cani che scodinzolano, il telefonino che squilla in continuazione. Lo chiamano tutti: centrodestra, centrosinistra, i più stretti collaboratori. Perché, alla fine, senza il contributo di Alfio Marchini — imprenditore romano, 50 anni, un’antica famiglia di costruttori comunisti (erano i famosi «calce e martello»), nipote del nonno Alfio partigiano, dello zio Alvaro che fu anche presidente giallorosso, amico personale di Shimon Peres — Marino oggi sarebbe ancora in carica, nel suo studio con vista Fori. A Marchini, che oggi inizierà il suo tour nella capitale e che tutti a Roma chiamano «Arfio» (c’è anche un suo fake su Facebook, che chiude i suoi post con «Roma ti amo»), si è rivolto Matteo Orfini: «Ti chiamo anche a nome di Renzi. Dacci una mano».
«Berlusconi ha detto che mi voterebbe? Chi vuole mi segua, io oltre i partiti»
Marchini è tornato a Roma da Milano e il suo «sbarco» sulla Piazza del Campidoglio, venerdì pomeriggio, è stato salutato come quello del Messia: «Gli avrebbero perfino mandato il notaio a Milano per firmare le dimissioni, oppure lo andavano a prendere col cavallo», scherzavano i suoi. Senza contare le battute della piccola folla radunata: «Marchini atterra con l’elicottero, direttamente sopra al cavallo di Marc’Aurelio». Marchini, lei e gli altri 4 che le sono vicini avete fatto un favore al Pd? «È il Pd ad averci fatto un grande regalo, dimostrando che avevamo ragione». Ragione su cosa? «Due anni fa dissi che Marino era un gran furbone e invocai il commissario».
Marchini: “Rispetto storia e la coerenza con la quale Meloni e soci difendono la loro ideologia”
L’epoca dei partiti, secondo lei, è finita? «È giunto il momento di innovare la proposta politica, con un progetto fuori dai partiti, che coniughi politica e civismo. È un’esperienza che a Roma viviamo da tré anni. Dicevano che sarebbe stata velleitaria. Oggi si è rivelata determinante». Eppure lei è stato «benedetto» da Silvio Berlusconi come candidato del centrodestra… «Berlusconi, qualche giorno fa, mi ha detto: “Sei un folle, ma hai dimostrato di amare Roma e di saper fare politica, per questo se vivessi nella capitale ti voterei…”». La formula che usò nel ’93 con Fini… «Ma con grande autoironia ha aggiunto: “Tranquillo, ti eviterò l’abbraccio mortale”». Quindi, vicino alla sua candidatura a sindaco, non ci sarà il simbolo di Forza Italia? «Correrò col nostro simbolo, il cuore di Roma. Non criminalizzo i partiti ma hanno avuto mille occasioni e hanno fallito. Venerdì a Roma è iniziata una nuova stagione politica». Forza Italia si o no? «Ognuno è signore in casa propria. Quella non è casa mia e non mi permetto di dare consigli ad alcuno». Giorgia Meloni dice che non l’appoggerà. «Rispetto la loro storia e la coerenza con la quale difendono la loro ideologia».