Natale, il preside difende il divieto. E la destra manifesta davanti la scuola
Il caso del preside di Rozzano che ha negato il presepe e respinto la richiesta di due mamme di insegnare canti religiosi natalizi ai bambini continua a suscitare polemiche. Non solo sul piano politico. Dinanzi l’istituto scolastico gli stessi genitori, divisi in due fazioni, seguitano a riunirsi in capannelli, a discutere animatamente. Il preside, Marco Parma, insiste nel difendere la sua posizione: “Non ho nulla da farmi perdonare”. Le due fazioni cercano di ricostruire come sono andate le cose con toni accesi. C’è chi si schiera dalla parte del preside e afferma che “la decisione non è stata presa da lui” e ricorda come da settembre si fosse deciso di fare un “concerto di inverno” e che, quindi, la festa di Natale non è stata abolita. “Sono sottigliezze – rispondono gli altri – sono faziosità, noi vogliamo la festa di Natale. A parole sono apparentemente tutti d’accordo. Intanto a livello mediatico il caso tiene banco. Al di là dei distinguo postumi, delle sottigliezze, del fatto che la questione non può non risentire dei recenti attentati parigini e della inquietudine che ormai attraversa il Paese per le minacce dell’Isis, per il problema dell’immigrazione, per i fatti che, in un verso o nell’altro, chiamano in causa i temi dell’integrazione, della accoglienza, della difficile convivenza tra cultura diverse, della diversità di religione, al di là, appunto, di questo insieme di questioni, resta il dato di una sconcertante decisione di un dirigente scolastico nel cui gesto è difficile non intravedere un segno evidente di debolezza, di cedimento, di rinuncia a ciò che fa parte della nostra identità. Quel che viene spacciata dal preside di Rozzano (ma purtroppo non è il primo caso) come senso di sensibilità e forma di rispetto verso le altrui confessioni religiose, in realtà non è altro che rinuncia alle proprie tradizioni. Un indiretto avallo di quel fondamentalismo che si nutre di incomprensione verso la fede religiosa altrui, anche quando si trova a vivere laddove quella religione viene professata dalla maggioranza, essendone addirittura elemento fondante, identitario. Sono queste le ragioni che hanno spinto alcune forze politiche, da Fratelli d’Italia a Forza Italia alla Lega, a manifestare dinanzi l’istituto. “La scelta del preside Parma è sbagliata per due motivi – ha dichiarato Pozzoli, membro dell’assemblea nazionale di FdI -Il Santo Natale non è inviso ad alcuna religione e la protesta della famiglia musulmana di Rozzano lo conferma. Inoltre gli atti terroristici mirano a cancellare la nostra cultura e le nostre abitudini: Parma, di fatto, ha così assecondato la volontà dei fondamentalisti”.