Non c’è più Marino, “liberiamo” pure il Natale romano: basta luci pacifiste e gay
Sollievo. Tra i tanti effetti benefici che la fine dell’era Marino comporterà, si spera che ci sia soprattutto il ritorno del Natale, che Roma merita per tradizione e per vocazione. Nessuno nelle settimane scorse aveva pensato al risvolto natalizio prossimo venturo, visto che ben altri erano gli psicodrammi politici che l’ex sindaco ha fatto vivere ai romani. Ora che la Capitale è commissariata e Marino è un ricordo, a poco più di un mese e mezzo dalle Festività possiamo a buon diritto riprenderci Piazza Navona e le bancarelle artigiane, umiliate lo scorso anno, il peggior Natale di Roma. Si spera di non vedere più nelle vie della Capitale l’orrido “arcobaleno” delle luminarie cittadine, volute da Marino come provocazione gay propedeutica al riconoscimento delle unioni omosessuali. Sel, l’estrema sinistra e il movimento Lbgt gioirono. Molto meno i romani – per i quali le tradizioni natalizie sono sacre- e molto meno il Vaticano, che, come s’è visto, non “amava” particolarmente Marino. Chissà perché…
Il Natale umiliato dell’era Marino
Bene, ci siamo tolti dalle scatole la bandiera gay per questo Natale. Ricordiamo che prima di Marino le luci natalizie formavano tre fasce: nel cuore della Capitale romani e turisti potevano vedere un richiamo al Tricolore e alla Nazione durante la festa più significativa dell’anno. Cambiati sindaco e amministrazione, al posto del tricolore trovammo le luci arcobaleno rivendicate dall’allora vicesindaco Luigi Nieri come «segnali simbolici importanti» per trasformare la festa cristiana della Natività nella «festa dei diritti». Fu un Natale politico, ideologico, seguito a breve giro di posta dall’istituzione del registro delle unioni civili. La bandieras gay a Natale speriamo proprio di non vederla mai più. Vedremo invece rifiorire Piazza Navona con il suo carico di tradizione e di artigianato, con le bancarelle dei presepi antichi.
Quando celebrarono il funerale alla Befana
Lo scorso anno entrare in quella piazza un tempo festosa e colorata, faceva entrare in depressione. Vuota come non mai. Anzi fu celebrato per protesta un funerale alla Befana. Andò così. L’8 dicembre rappresentava una sorta di “big bang” per le Festività natalizie culminanti con la Befana a piazza Navona il 6 gennaio, somma gioia dei bambini. Lo scorso anno solo alcune delle bancarelle del tradizionale mercato aprirono. I commercianti ambulanti protestarono inscenando un funerale con tanto di bara in cartone e lumini. Il Municipio emanò infatti dei bandi riducendo da 115 a 72 le attività consentite, compresi giostra, giocattoli e dolci. Per solidarietà con i colleghi “puniti” anche quelli autorizzati decisero di non aprire le loro bancarelle. Morale, quella piazza che era epicentro del Natale fu umiliata, offesa e scippata ai romani. Ora tutto questo è un incubo che ci lasciamo alle spalle.