Per l’attacco a Renzi è il momento giusto: Berlusconi+Salvini+Meloni+….
Da una parte l’esigenza e la voglia di irrobustire il fronte anti-Renzi, con le opposizioni ricompattate sia nelle aule parlamentari sia in piazza, come ha dimostrato il palco con Berlusconi, Salvini e Meloni. Dall’altra l’esigenza di allargare il centrodestra, coinvolgendo quante più personalità sia possibile, dall’artigiano al professionista, andando a setacciare il mondo del lavoro, perché è da questo mondo che devono arrivare le risposte politiche, il programma, la svolta.
La scacchiera del centrodestra
È il momento giusto, questo il passaparola nel centrodestra che lavora alla strategia per le prossime elezioni, anche in considerazione del “passo di lato” ribadito da Berlusconi, che comunque resta in campo per aiutare la coalizione. Prima i tempi non erano maturi, la grande stampa e gli opinionisti tv guardavano con interesse al fenomeno-Renzi, facendogli da megafono, applaudendo ai suoi show, dandogli una credibilità mai concessa a nessuno. I “faremo” del premier si trasformavano in “abbiamo fatto”, con un colpo di bacchetta magica, tanto per far credere all’opionione pubblica che davvero in Italia era arrivato il nuovo unto del Signore, come se non fosse bastata la tragica esperienza del governo Monti. Ma qualsiasi palloncino è destinato a sgonfiarsi. E il fenomeno-Renzi ha mostrato le sue pecche. I bluff durano poco, non si può dire «abbasseremo le tasse» dopo averle aumentate a livelli record. Non si può dire «non c’è emergenza immigrazione» quando per mesi e mesi le nostre coste sono state prese d’assalto e le città riempite come uova. Non si può accusare gli avversari di «parlare alla pancia» quando non si è in grado di parlare alla testa della gente.
Berlusconi, Salvini, Meloni e poi…
È dunque il momento giusto. Il Pd è sfasciato, basti pensare a cosa è successo con Marino a Roma, con De Luca in Campania, con Crocetta in Sicilia, con Pisapia a Milano, per non parlare della Puglia. Il centrodestra – oltre all’intesa tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia – è chiamato a guardare al civismo, a riconquistare la gente che si è allontanata sentendosi tradita. Proprio per questo avanza l’idea delle liste civiche da affiancare ai partiti, così da riproporre lo schema che ha visto Brugnaro vincere a Venezia. In più, c’è da chiarire se è possibile ritrovare una strada comune con Fitto e con gli esponenti del frantumato Ncd non disposti ad accucciolarsi tra le braccia di Renzi. Il nodo delle candidature va sciolto presto: «Il candidato per Roma lo decideremo insieme, lo deciderà il centrodestra unito, lo deciderà assieme al popolo romano. Ci consulteremo tra i partiti, e semmai servissero le primarie faremo anche le primarie, che problema c’è?», ha detto Renato Brunetta. Occorre attenzione, un passo sbagliato riporterebbe indietro le lancette dell’orologio politico. Carpe diem. Non si getti a mare il momento giusto.