Salvatore Borsellino accusa: «Cosche al Nord quasi peggio che al Sud»

26 Nov 2015 19:26 - di Redazione

Salvatore Borsellino non ha dubbi: “Oggi al nord la criminalità organizzata è quasi peggio che al sud. Non esiste una regione immune dalla metastasi del cancro delle mafie, che operano per sovvertire l’economia”. Il fratello del giudice Paolo Borsellino ucciso nel 1992 nella strage di via D’Amelio, nonché promotore del Movimento Agende Rosse, durante il convegno ‘Mafia Mafie, cultura, testimonianza e giustizia‘, organizzato dall’Università di Genova e Idee Giovani UniGe – associazione studentesca, ha sottolineato le  urgenze della lotta alla mafia. Anche perchè Salvatore Borsellino dopo l’omicidio del fratello ha trascorso gli ultimi 20 anni a portare la sua testimonianza e a chiedere che sia fatta completamente giustizia sulle stragi e che non si dimentichi. “Sono andato via dalla Sicilia a 27 anni – ha spiegato Borsellino – per sfuggire a quello che avevo intorno. E ora me lo ritrovo al Nord, più complesso e pericoloso. Qui la criminalità organizzata ha un altro tipo di controllo del territorio, qui è infiltrata nella politica, negli appalti e la società civile pensa che sia ancora un problema del sud. Lo Stato non ha mai fatto una lotta corale alla mafia, in certe realtà il controllo del territorio è stato lasciato alla criminalità organizzata, che si è sostituita alla Stato.” Il prefetto vicario di Genova, Paolo D’Attilio ha evidenziato come la ‘ndrangheta, in particolar modo, sia presente su tutto il territorio ligure. “In questi anni – spiega – sono stati rafforzati contrasto e prevenzione, sono stati siglati protocolli e regolarmente vengono fatti gli accessi ispettivi. Le attività investigative hanno dimostrato come siano presenti famiglie legate alla ‘ndrangheta e alla mafia siciliana”. Proprio in queste settimane, in materia di associazione mafiosa, sono iniziati a Genova i processi d’appello per Maglio 3 (che in primo grado aveva visto tutti assolti gli imputati) e La Svolta, che si era concluso con invece con diverse condanne. “E’ molto più complesso svolgere processi e indagini in materia di mafia al nord – spiega Alberto Lari, sostituto procuratore della Dda genovese – rispetto al sud. Ma oggi, la Cassazione in numerose sentenze pone basi chiare. Per Maglio 3, si sta svolgendo un appello tutto di diritto. La sentenza di primo grado è stata radicalmente impugnata. E’ un concetto che proprio non riesco a capire quello che afferma che vi è differenza tra essere ‘ndranghetisti e fare gli ‘ndraghetisti”.

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