Sindaco grillino sotto attacco: «Ha taroccato le carte per il condono»
“Ahi ahi ahi signora Longari, lei mi casca proprio sull’uccello!”. La gaffe attribuita a Mike Bongiorno e rivolta ad una delle più popolari campionesse di Rischiatutto, Giuliana Longari appunto, in realtà non è mai stata fatta. La circostanza, tuttavia, che fosse stata inventata di sana pianta non le ha impedito di entrare con prepotenza nella memoria collettiva e da allora – grosso modo poco meno di mezzo secolo fa – sta ad indicare lo scivolone inatteso, il tonfo imprevisto, il pasticcio impensabile. Calza quindi a pennello a Rosa Capuozzo, sindaco grillino di Quarto, paesone di 40mila anime della provincia di Napoli, da qualche giorno alle prese con un solforoso dossier che l’accusa di aver beneficiato illegittimamente del condono edilizio del 2003 e di non aver revocato l’appalto alla tipografia del marito per la stampa del materiale comunale. La Capuozzo, che è l’unico primo cittadino del M5S in Campania, ovviamente non ci sta e ha già annunciato calunnie, allertato i carabinieri e ottenuto la pubblicazione della propria autodifesa sul blog personale della Guida Suprema, cioè il Beppegrillo implacabile fustigatore dei vizi e delle debolezze di politici e amministratori. Per la verità non ci sta neppure l’opposizione (al singolare, perché quella di centrodestra al momento non è pervenuta) che della Capuozzo ha subito chiesto le dimissioni.
Quarto, intanto, attende e nel frattempo assiste sconsolata allo scolorire nel grigiore del continuismo amministrativo le rutilanti premesse della vigilia elettorale, condite come sempre nella salsa piccante della rottura con il passato e dell’immancabile annuncio del laboratorio politico che verrà. La realtà si sta però presentando con il volto, ben diverso, di veleni a base di denunce anonime, di aerofotogrammetrie taroccate, di perizie asseverate da professionisti coinvolti in inchieste sul clan locale e in piccoli ma significativi conflitti d’interessi tuttora irrisolti. Insomma, il grillismo di governo – almeno in Campania – non si mostra nei metodi poi così diverso da quelli praticati dai vecchi maneggioni che dice di combattere. Parlare è facile, molto meno agire. È probabilmente anche in nome di questa banale consapevolezza che i vari Di Battista, Di Maio e compagnia cantante – più volte sollecitati a candidarsi alla guida rispettivamente di Roma e Napoli – abbiano sempre risposto con un eloquentissimo «vai avanti tu che a me scappa da ridere».