La sinistra insiste: “Sì allo ius soli”. La lezione francese non è bastata
La Francia deroga alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, l’Italia tira dritto sulla riforma della legge sulla cittadinanza che introduce lo ius soli e lo ius culturae. Sull’onda delle stragi di Parigi, commesse da francesi di seconda e terza generazione, il governo di Manuel Valls ha deciso di cambiare registro: maglie più strette sull’immigrazione, ripristino dei controlli alle frontiere e proclamazione dello stato di emergenza. Gli attacchi del 13 novembre, infatti, hanno aperto un dibattito sui «francesi acquisiti» che poi hanno sposato la causa del terrorismo. Persone diventate cittadini francesi grazie allo ius soli.
In Francia è tumultuoso il dibattito sui “francesi acquisiti”
Pensieri che sembra non avere il governo italiano, che lo scorso 13 ottobre ha festeggiato l’approvazione, alla Camera, della riforma della legge sulla cittadinanza. Provvedimento che fa diventare italiani sia i figli di stranieri legalmente residenti nel nostro paese e titolari di carta di soggiorno (ius soli), sia i ragazzi che arrivano da piccoli e frequentano le scuole in Italia (ius culturae). Il testo è già stato inserito nell’a genda di Palazzo Madama: la prossima settimana, martedì 1° dicembre, il disegno di legge 2092, contenente «disposizioni in materia di cittadinanza», inizierà il suo iter in commissione Affari costituzionali. Relatore: la senatrice del Pd Doris Lo Moro, che ha confermato l’intenzione della maggioranza «di andare fino in fondo». Nessun passo indietro dopo le stragi francesi: «L’emergenza è un conto, ma questa è una risposta a un’immigrazione stanziale e decennale presente nel nostro Paese».
In Senato il cammino della riforma dello ius soli rischia di essere accidentato.
Soprattutto per i numeri che a Palazzo Madama sono sempre più stretti dopo l’uscita dalla maggioranza di Gaetano Quagliariello e degli altri fuorisciti da Ncd. Il centrodestra promette battaglia. «Siamo assolutamente contrari alla riforma», avverte Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato (Forza Italia). «Non è utile, soprattutto in questo momento, cambiare la legge sulla cittadinanza. Si tratta – spiega a “Libero” – di un tema sul quale la discussione va effettuata con molta calma», aggiunge Gasparri. Il rischio è «che il Parlamento veicoli un mes saggio sbagliato in una fase in cui serve prudenza». Da qui l’avviso a governo e maggioranza: «Assumeremo tutte le iniziative necessarie per ostacolare l’iter della riforma». Il fronte del centrodestra si annuncia compatto. I primi ostacoli sul cammino del provvedimento sono già stati posizionati. La Lega, infatti, ha già annunciato l’intenzione di presentare, nella seduta del 1° dicembre, alcune questioni pregiudiziali sul testo della legge. Obiettivo: arrestare sul nascere i lavori in commissione sfruttando i numeri ballerini della maggioranza (l’area governativa si attesta sui 12 voti rispetto ai 27 del plenum). «Lo ius soli è un pericolo, abbiamo visto come si sono integrati bene i giovani delle seconde generazioni», ha detto più volte Matteo Salvini, leader del Carroccio.