Valls: «Il terrorismo può colpirci ancora. La minaccia durerà a lungo»

16 Nov 2015 12:45 - di Bianca Conte

Terrorismo islamico, Parigi prova a rialzarsi, ma sul suo capo – e non solo sul suo, purtroppo – incombe ancora il peso di una nuova minaccia. «Il terrorismo può colpire ancora nei prossimi giorni», ha detto il premier francese Manuel Valls dai microfoni di radio Rtl:«Dobbiamo convivere con questa minaccia per poterla combattere», ha aggiunto il leader d’oltralpe, invitando contestualmente «il popolo francese a mobilitarsi». La minaccia del terrorismo, ha aggiunto Valls, durerà a lungo

Valls: «Il terrorismo può colpire ancora nei prossimi giorni»

Un’amara verità che gronda sangue: quello già versato da inermi cittadini innocenti, e quello che potrebbe continuare a scorrere per le strade del vecchio continente. «Il governo francese sapeva che si stavano preparando attacchi non solo in Francia, ma in tutta Europa», ha poi sostenuto dai microfoni dell’emittente Manuel Valls, aggiungendo, riguardo alle stragi di venerdì scorso, quanto già noto: l’attentato di Parigi «è stato pensato, pianificato, organizzato dalla Siria.

Terrorismo a Parigi, 150 perquisizioni, 23 arresti

Intanto, mentre proseguono le indagini sulle stragi di venerdì sera, di pari passo procede l’operazione antiterrorismo a tappeto in corso in tutta la Francia dalle prime ore dell’alba. Il primo ministro Manuel Valls ha annunciato «oltre 150 perquisizioni» e già a Lione, nel centro del Paese, sono stati eseguiti cinque fermi dopo il ritrovamento di armi e di un lanciarazzi. E non solo: nel corso delle investigazioni a Lione sono stati sequestrati anche giubbetti antiproiettile, diverse pistole e un fucile kalashnikov. Oramai, perlatro, sembra accertato: la mente dietro gli attentati di Parigi è il belga Abdelhamid Abaaoud, il cervello della cellula di jihadisti neutralizzata dalle forze speciali della polizia belga a gennaio scorso. Non solo Abaaoud – che risulta essere poi scappato in Siria lo scorso gennaio – sarebbe dietro anche agli attentati al treno Thalys.

Strage a Parigi: le indagini

Il lavoro degli investigatori d’oltralpe – e dell’intelligence francese – prosegue senza sosta. La procura di Parigi ha confermato in queste ore  che uno dei kamikaze di venerdì, fattosi esplodere fuori dallo Stade de France, era uno dei migranti mimetizzato tra i profughi e transitato per la Grecia. C’è «concordanza», spiegano gli inquirenti, tra le sue impronte digitali e quelle rilevate durante un controllo in Grecia in ottobre. Non è invece confermata l’autenticità del passaporto siriano con cui è stato ritrovato. Inoltre, in base a quanto dichiarato dal procuratore di Parigi, sono stati identificati altri due kamikaze degli attentati di Parigi, uno morto al Bataclan e l’altro vicino allo Stade de France. Un’identificazione a cui la Procura francese ha aggiunto la precisazione secondo cui uno dei due jihadisti dell’Isis era già stato oggetto di un mandato di arresto internazionale per violazione della libertà vigilata, ed era indagato per una vicenda legata al terrorismo. Un lavoro meticoloso, di ricostruzione capillare, quello intrapreso dagli investigatori d’oltralpe, più difficile che mai considerando il grado di immigrazione che – e non da oggi – interessa la Francia. Una Francia colpita al cuore e straziata dal terrorismo nato in seno al fondamentalismo islamico. «È la Francia che è stata attaccata, ma è tutta l’Europa che è stata colpita. Siamo stati colpiti insieme, risponderemo insieme ed insieme batteremo il terrorismo e l’esercito terrorista di Daesh (Isis)», ha dicharato in queste ore il ministro francese per gli affari europei, Harlem Desir.«Dobbiamo mostrare la nostra determinazione a rispondere, quando sono i nostri valori di libertà e di tolleranza ad essere attaccati», ha quindi proseguito, concludendo che «la solidarietà e la coesione di tutto il continente sono necessarie per distruggere l’esercito terrorista di Daesh».

Operazione di polizia in Belgio

E dalla Francia al Belgio, il lavoro investigativo prosegue all’unisono: nuove perquisizioni della polizia belga sono state effettuate nel quartiere di Molenbeek. Secondo quanto riportato nelle ultime ore da la Derniere Heure online la polizia avrebbe lanciato un’operazione vicino alla moschea Al Khalil a rue Ransfort, che è stata chiusa al traffico da due blindati delle forze dell’ordine. L’operazione è stata portata avanti da circa un centinaio di poliziotti e – riporta l’agenzia belga – si è estesa in un secondo momento anche a rue Delaunoy, la strada della moschea. Poco distante c’è anche un’altro luogo di culto dell’Islam, Attadamoun. Sul posto sarebbero stati visti anche uomini delle unità speciali. Durante l’operazione a Molenbeek, in cui sono stati utilizzati anche dei lacrimogeni, la polizia ha portato via su un blindato un uomo incappucciato, fermato dopo la perquisizione al numero 47 di rue Ransfort. Investigazioni e operazioni preventive vanno avanti.

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